28 Marzo 2024

Angelo De Marco, l’alunno agropolese dal Cuore d’Oro!!!

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L’elemosina di un uomo è un atto di carità: ma quella di un fanciullo è insieme una carità e una carezza… una storia da libro “Cuore”…

Rubrica “Storie italiane” a cura di Francesco Sampogna

Dal Web – di Ernesto Apicella – Editore del Turismo e della Storia del Cilento – da Facebook

Nel 1953, fu segnalato per il “Premio della Notte di Natale”, Angelo De Marco, un ragazzo agropolese di 14 anni. La notizia venne pubblicata su un’intera pagina dal settimanale “OGGI” del 3 Dicembre 1953, a firma di Corrado Martucci.
Il “Premio della Notte di Natale” nasceva nel 1934, dalla geniale mente del pubblicitario della Motta, Dino Villani, in occasione dell’apertura del nuovo negozio dell’azienda in Piazza Duomo a Milano. Un premio diverso da quelli già esistenti: né letterario, né artistico, né scientifico. Doveva essere un’occasione per premiare persone comuni, ma dal cuore d’oro. Persone per le quali, nella vita di tutti i giorni, non erano previste medaglie, premi o attestati di merito. Il premio consisteva nell’assegnazione di 25.000 lire. Essendo giunte molte segnalazioni da tutta Italia, nel 1938, venne presa la decisione di dare ben 5 premi da 5.000 lire ciascuno.

La Maestra della Scuola Elementare, con la quale Angelo frequentava per la seconda volta la quinta classe, segnalò la commovente storia del suo alunno quattordicenne.
– Angelo De Marco, troppo alto per la sua età, magro e sempre sorridente, abitava sulla collina San Marco di Agropoli, dove il padre Rosario coltivava un piccolo podere, fonte di reddito della famiglia composta dalla madre Rosina Scorzelli, dal fratello Antonio di 18 anni e dalla sorella Maria di 8 anni. Angelo frequentava la Quinta Elementare, non primeggiava negli studi, ma era ben voluto per la sua volontà di apprendere e di approfondire le materie scolastiche. I compagni di classe lo avevano soprannominato “Garrone”, personaggio del libro “Cuore”, fisicamente grosso, robusto, forte, buono e difende tutti i suoi compagni di classe più deboli, per questo è molto ben voluto. Infatti Angelo era sempre disponibile per i suoi compagni di classe che provenivano da famiglie modeste, per cui riusciva a procurare e a regalare pennini, gomme, matite, quaderni. Papà Rosario si accorse che Angelo spendeva molte lire per l’acquisto di cancelleria, ma non per se stesso, ma per regalarlo ai compagni, e questo comportamento, in cuor suo, fu una grande soddisfazione.
Un giorno, il fotografo Ribas scattò la foto ricordo all’intera classe (ventidue tra ragazzi e ragazze), ma tre alunni, per motivi economici, non le avevano ritirate. Angelo acquistò le tre foto e gliele regalò.
– In pieno Inverno, in classe non c’era riscaldamento. Angelo pensò di portare da casa un vecchio braciere e una pesante sacchetta di carbonella. Ma la maestra, pur ringraziandolo per il nobile gesto, rifiutò il regalo per motivi igienici. Per cui Angelo, con quel pesante carico, risalì le colline San Marco pieno di rammarico, per non aver potuto con il suo gesto, riscaldare l’aula della scuola e i suoi compagni.
– Il gesto che colpì al cuore la maestra accadde a gennaio, dopo le feste di Natale. La maestra notò che Angelo, sempre puntuale nell’entrare a scuola, arrivava in ritardo. Una mattina, dopo aver sopportato il fatto per alcuni giorni, gli chiese: “De Marco, perché arrivi sempre in ritardo?”.” Perché adesso ho la bicicletta” rispose Angelo. La risposta suscitò le risate di molti suoi compagni. Sembrava una risposta banale, ma quando la maestra ascoltò le motivazioni legate alla sua nuova bicicletta, non richiamò Angelo, anzi avrebbe voluto abbracciarlo e ringraziarlo a nome dei suoi compagni di classe, se non fosse stata trattenuta da un improvviso nodo in gola, che era apparso ascoltando le parole del ragazzo.
Angelo raccontò alla maestra che, con i primi freddi, aveva notato che molti suoi compagni non venivano a scuola, perché abitando sulle colline San Marco, diventava difficile percorrere per quasi un ora dei sentieri spesso resi inagibili dalle piogge; oppure perché per l’intenso freddo, essendo sprovvisti di cappotti o avendo le scarpe rotte, non potevano affrontarlo. Poi c’era chi si svegliava alle quattro di mattina per aiutare i genitori nei campi e quando giungeva l’ora per andare a scuola, era stanco. Con l’arrivo della famosa bicicletta, pensò di aiutare i compagni, prelevandoli di buon ora dalle loro case e accompagnandoli a scuola. Cinque, sei viaggi, su e giù per le colline San Marco. Uno alla volta li conduceva a scuola e poi alla fine, esausto, si sedeva tra i banchi per seguire le lezioni. Di nuovo, alle tredici, al termine delle lezioni, riprendeva il su e giù per le colline San Marco, per riaccompagnare i compagni a casa. I suoi passeggeri erano Antonio e Catello Nastro, Orlando Bonora, Ezio Corradino, Domenico Cuscunà, Fortunato Aprile e Giovanna Scola. Per un certo periodo, un altro passeggero giornaliero era un ragazzo di Ogliastro Cilento, che per motivi economici non poteva scendere ad Agropoli. Allora Angelo, con la sua infaticabile bicicletta, si recava a Ogliastro Cilento, lo prelevava per portarlo a scuola. Quindi al termine delle lezioni, lo riaccompagnava a casa. Un mese, due mesi e i genitori si chiedevano come mai Angelo si alzasse alle sei di mattina per andare a scuola, per ritornare verso le due, stanco e sudato. Poi era anche dimagrito. Dopo un colloquio con la maestra capirono le ragioni e apprezzarono in silenzio, la bontà del loro figliolo.
Nel periodo primaverile, i viaggi di Angelo diminuirono, ma si faceva carico di portare a scuola tutti quegli alunni che attratti dalle belle giornate, marinavano le lezioni per recarsi alla foce del Testene o al Lido Azzurro. Azioni di “polizia” che conduceva anche nei confronti di quei ragazzi, che fingendo di non stare bene, restavano a casa a dormire.
Superato brillantemente l’esame di Quinta Elementare, Angelo si iscrisse alla Scuola di Avviamento Professionale. Ma ogni tanto, la nostalgia lo coglieva e ritornava nella sua vecchia aula ad ascoltare le lezioni della sua cara maestra e a ricordare di quando, con la sua bicicletta, volava per le discese di colle San Marco con i suoi amati compagni di classe.

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