15 Maggio 2024

Rubrica: “ Panorami “di versi” (poesie, pensieri e racconti) – a cura di Eugenio Iudice

L’opera racconta di come l’uomo vive una vita calda di esperienze, volta al ricordo miserabile del solo male. È una vita per egli racchiusa nell’esperienza del torto perenne, ove si dimentica il bene ricevuto.

È un po’ come la vita vissuta, ognuno può ricevere del bene, ma il ricordo forte si focalizza sul male ricevuto. Ciò scaturisce una vita morbosa alla ricerca di numerosi “perché”. Occorre sottolineare di come sia necessario il perdono “puro”, privo di secondi fini.

È un gesto di vero amore, contraddistinto da una similitudine di assonanza a nostro “Signore”, il quale perdonò a Suo tempo i carnefici. È un invito alla riflessione: anche se la cattiveria umana è più forte della Misericordia Divina (così come riferiva la mia bisnonna di 105 anni!), ciò non deve portare ad un oscurantismo della magnifica bontà, prerogativa di “cambiamento del mondo”.

È un pensiero forte, volto al risveglio delle coscienze, potente, ove il bene vince sempre sul male. In sintesi, dobbiamo essere “superiori” alla sofferenza che l’odio e il male porta: occorre essere maturi! I sentimenti sono un’emozione immensamente seria. Facciamo tesoro del bene lasciando da parte il male.


L’uomo

mirando nubi al caldo del sole,
sul muro del cocente orto,
guardando così come si puole,
pensando a ciò che non è ancora morto.
E così, tra luce e notte,
vi è altra vita,
e tra fruscii e schiocche,
strisciano i pensieri,
più forti, candidi come ieri.
Vivo così nel ricordo assorto:
andirivieni,
tra gioia e torto.
L’omo in fondo è così,
Ricorda solo il male,
quando il sentimento perì.
La vita in fondo cos’è?
bruciature ed esperienze,
ove l’anima si spense.
Ma tra tutto ciò,
ora so cosa vorrò:
vita d’amore e sentimento,
di cui senza l’omo è spento.

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