28 Marzo 2024

di Sampogna Francesco

Da cilentano, figlio di emigranti di ieri a emigrante di oggi, quando guardo al Cilento, vedo una terra ricca di mille colori e mille sapori, dove ogni angolo, anche il più remoto dei borghi cilentani, dove ruve, viuzze e scale un tempo erano vivi, oggi all’ombra del tempo passato, ogni angolo racconta la storia e le leggende del popolo cilentano.

Un viaggio in Cilento riserva continue e meravigliose sorprese. Basta pensare che attraversandolo in lungo e largo si ci ritrova in pochissimo dalla montagna, alla collina per poi arrivare a bagnarsi nelle splendide acque del Tirreno. Ogni borgo e ogni paese narra la propria storia, grazie al folklore, alla fede e alle tradizioni millenarie che la gente del posto si tramanda da generazione in generazione. Grossi monumenti, narrano la storia del Cilento, basti pensare al complesso monastico, uno dei più belli e importanti dell’Italia: la Certosa di Padula, per poi arrivare a qualcosa di ancor più antico e di ampio valore storico e culturale quali gli scavi di Paestum e di Velia, che insieme ad una miriade di altrettante, se pur piccole bellezze hanno portato il Cilento e il suo omonimo Parco, il più grosso, ad essere inseriti nel patrimonio UNESCO. Il Parco del Cilento il più vasto per estensione e per numero di Comuni che ne fanno parte nasce nel 1991, per poi essere reso definitivo con la perimetrazione del 1998.

Terra come detto dei mille sapori e mille colori, terra che grazie alla genuinità dei suoi prodotti, all’intensità dei suoi sapori che fanno bene al cuore e alla salute, come conferma la dieta mediterranea che qui da secoli, di generazione in generazione, ma solo nel secolo scorso grazie allo studioso Ancel Keys, viene codificata per la prima volta la “Dieta Mediterranea”.

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