15 Maggio 2024

Giovane talento del calcio locale, professore di Lettere in vari istituti scolastici tra cui il Liceo di Sapri, palmares politico che lo pone tra i massimi esponenti della vita istituzionale non solo a livello provinciale.

I luoghi, i personaggi, la storia” da Cronista di Strada a cura di Mario Fortunato del 24 febbraio 2024


Franco Brusco

Una vita dedicata alla politica

Giovane talento del calcio locale, professore di Lettere in vari istituti scolastici tra cui il Liceo di Sapri, palmares politico che lo pone tra i massimi esponenti della vita istituzionale non solo a livello provinciale.

Parliamo di Franco Brusco: sindaco di Vibonati (SA) per quasi sei lustri, consigliere provinciale per cinque consiliature, con funzioni di vicepresidente, consigliere regionale della Campania e deputato della Repubblica per due legislature.

Figlio di Giovanni, maestro artigiano titolare di un apprezzato laboratorio di calzature nel suo paese, e di Antonietta Casullo, l’onorevole salernitano, oltre alla famiglia ha coltivato altri due grandi amori: la passione per il calcio e il desiderio di stare con la sua gente che da giovane professore lo portò a candidarsi a sindaco del suo Comune.

Del calcio ricorda con nostalgia le interminabili partite disputate con i suoi vecchi compagni sulla strada del suo paese non ancora asfaltata: al posto del pallone una palla di pezza.

Con un pizzico di orgoglio rievoca il debutto a soli 16 anni con la squadra del Pisciotta; senza dimenticare l’amarezza provata dopo il suo clamoroso autogol da centrocampo, nel tentativo di appoggiare la palla al portiere, e l’incontenibile gioia del pareggio segnato di testa su calcio d’angolo a pochi minuti dal termine.

Proprio la bravura nel gioco di testa – perfezionata grazie a lunghi allenamenti colpendo ripetutamente la palla sul muro – lo porterà a giocare in Promozione con la Gelbison.

Esperienza, quella sportiva, utile a regalargli tantissime soddisfazioni e a prepararlo fisicamente e moralmente alle sfide che lo avrebbero visto negli anni futuri impegnato in faticose campagne elettorali, e sugli scranni più importanti della politica nazionale.

Tutto era iniziato da una sorta di ribellione nel vedere il suo paese dilaniato da lotte politiche.

“Come era prassi consolidata – inizia a raccontare mentre allunga lo sguardo nel vuoto per riafferrare i vecchi ricordi – nei nostri paesi dominavano i medici che, essendo più degli altri conoscitori delle necessità della gente, erano anche quelli che godevano della loro fiducia. Fiducia spesso utilizzata per fare politica e governare i propri paesi. Così succedeva anche a Vibonati e Villammare, divisi dalla lotta politica tra i medici Polito e La Corte. Uno scontro che non conosceva limiti, tanto da riverberarsi nelle famiglie divise dal tifo per l’uno e per l’altro: moglie contro marito, sorelle contro fratelli, figli contro genitori. Nei comizi diventati veri e propri spettacoli, di tutto si parlava tranne che di programmi”.

In una tornata elettorale La Corte risultò vincente per un solo voto di scarto, e gli esposti non si contavano. I due medici politici rischiavano di diventare schiavi dei propri assistiti, con i libretti della mutua che andavano e tornavano da un medico all’altro.

In una situazione diventata insostenibile si giunse alle elezioni di novembre del 1972, con i due storici contendenti che per porre fine allo scontro decisero di stipulare un accordo presentando due liste: una avrebbe dovuto vincere e l’altra fungere da civetta. Ma non bastò a garantire la stabilità del governo cittadino.

A quel punto, il giovane professore decide di scendere in campo con un manipolo di giovani, tra cui: Vincenzo Agostino, che negli anni futuri vestirà anche la fascia tricolore; Eduardo Rina, in seguito nominato responsabile del Partito Comunista a livello comprensoriale, tra i principali artefici del Comitato di lotta per aprire l’ospedale di Sapri; Vincenzo Abramo, professore e apprezzato storico; Vincenzo Martorelli, padre di Luigi, noto dentista di Vibonati, Pancio Rizzuti e altri.

La lista denominata ‘Campanile’ – che gli avversari tentano di denigrare chiamandola ‘la squadra del pallone’ – sbaraglia il campo vincendo con uno scarto di 135 voti.

Il nuovo sindaco di Vibonati, Franco Brusco, giura fedeltà al suo Comune, indossando per la prima volta la fascia tricolore dinanzi al Prefetto di Salerno.

“Accompagnavo spesso mio padre nelle case dei suoi clienti per prendere le misure delle scarpe; percorrevamo la via pedonale che passando dal Cimitero porta alla contrada San Paolo e alle Capannelle, che versava in uno stato pietoso, come il terreno che utilizzavamo come campo da calcio. Le prime cose di cui ci occupammo furono proprio la realizzazione della strada con la pubblica illuminazione e la costruzione degli impianti sportivi, memore dei trascorsi calcistici”, ricorda ancora Brusco.

La scalata verso i palazzi più alti della politica inizia nel 1975, quando nelle file del Partito Socialdemocratico (Il Sole nascente) conquista il 29% dei voti, guadagnandosi uno scranno al Consiglio Provinciale di Salerno e la nomina di assessore alla Pubblica Istruzione.

Di quella competizione elettorale gli restano ricordi indimenticabili, come il profumo particolare avvertito in una casa di amici di una contrada di Casaletto Spartano dove era rimasto ospite durante la notte.

“Fui svegliato di primo mattino da una fragranza straordinaria che mi portò ad affacciarmi in cucina. Sulla tavola imbandita c’era una scodella di funghi porcini fritti il cui profumo mi aveva interrotto il sonno così presto. Ricordo anche, con infinito piacere, la fiamma dei tizzoni ardenti che di sera accompagnavano folle di donne, giovani e anziani, ai comizi sul piazzale di Valle Frassino. Una campagna elettorale memorabile dove risultò decisivo anche il rapporto che mio padre aveva istaurato con quelle comunità. La mia famiglia mi ha sostenuto sempre senza lesinare sforzi. Mi resta l’amarezza che mio padre non sia riuscito a gioire per la mia elezione a deputato”.

Dopo un’interruzione forzata nel 1993 – causata da una spiacevole parentesi giudiziaria e conclusasi brillantemente con piena assoluzione – il politico vibonatese riprende l’inarrestabile marcia che lo porterà, prima di nuovo al Consiglio provinciale (1999), poi a quello regionale (2000); con doppio brindisi in casa Brusco per la conteporanea elezione del fratello Gerardo (detto Dino) al Consiglio regionale della Basilicata nello stesso partito di Casini; e infine a Palazzo Montecitorio, per occupare uno scranno nella Camera dei deputati della Repubblica Italiana per ben due legislature –2001 e 2006 – in rappresentanza del Polo delle Libertà nel Collegio di Sala Consilina.

Dell’esperienza parlamentare, che lo ha visto ricoprire incarichi importanti nella Commissione Ambiente e Lavori Pubblici, tra le cose che ricorda con più orgoglio, l’emendamento come unico firmatario della legge per tutelare la costa cilentana a rischio di erosione. Provvedimento che porterà 35 milioni di euro ai comuni di Ascea, Casal Velino, Acciaroli, e che di fatto accende i riflettori della politica nazionale su un problema che sta interessando gran parte della costa meridionale del Tirreno Fu, inoltre, tra i nove relatori in Parlamento della Legge Obiettibo che consentì all’Anas di riprendere e velocizzare i lavori autostradali fino a Reggio Calabria.

L’onorevole Franco Brusco, sposato con Maria Teresa e padre di due figli, Giancarlo e Antonella, non ha voluto fermarsi neanche dopo l’esperienza parlamentare mettendo a disposizione del suo Comune un altro lustro di attività amministrativa, indossando di nuovo la fascia tricolore dal 2016 al 2021.

Passione per la politica e attaccamento alla sua gente che neanche l’inesorabile trascorrere del tempo riesce a scalfire, memore che è stato proprio grazie all’affetto della sua gente che ha potuto conquistare simili traguardi.

Un legame indissolubile come l’amore che lo lega ai suoi cari.

Un pensiero speciale lo dedica ai genitori. Il severo maestro artigiano Giovanni e la dolcissima mamma Antonietta, che riposano serenamente tra gli angeli per la bella famiglia realizzata: orgogliosi per ciò che ha saputo conquistare Franco, possono essere fieri anche di Dino, noto e affermato specialista in endocrinologia; della figlia Angela, per tanti anni apprezzata farmacista, e del primogenito Antonio, geometra, dipendente presso l’ospedale di Sapri, noto dirigente della Lega Dilettanti a livello regionale, suo grandissimo sostenitore ed eccellente organizzatore delle sue battaglie elettorali, volato in cielo prematuramente.

Una vita intensissima quella dell’onorevole Franco Brusco, che lo ha portato ad affrontare numerosi viaggi e ad avere rapporti con persone in diverse regioni del mondo.

Tra le tantissime personalità politiche di rilievo ricorda con piacere l’incontro avuto con Nelson Mandela: uomo simbolo dell’uguaglianza e dell’antirazzismo, insignito del premio Nobel per la pace nel 1993; primo presidente sudafricano non bianco a ricoprire tale carica.

E la storia non è finita, perché i Brusco la politica e il desiderio di stare con la gente ce l’anno nella mente e nel cuore.

Suo nipote Luigi, figlio del fratello Antonio, ricopre attualmente la carica di assessore al Comune di Vibonati.

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