27 Luglio 2024

A Lagonegro, il ristorante del prezzo giusto

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di Mario Fortunato

È vero: da Federico si mangia bene e non si spende molto.
Ho voluto constatarlo personalmente, dopo le notizie apprese attraverso i social, i giornali e le tv.
Mercoledì (11 ottobre), trovandoci nel Vallo di Diano, con mia moglie abbiamo deciso di fare una deviazione verso Lagonegro, per pranzare alla Locanda da Federico, a poche centinaia di metri dal parcheggio che serve anche il Tribunale. Avevamo prenotato un tavolo per due, e appena entrati abbiamo ricevuto una gradevole impressione.
Siamo stati accolti dal proprietario che ci è venuto incontro sorridente, indicandoci il tavolo riservatoci.
Il locale è accogliente: ben pulito, ordinato e impreziosito da oggetti e utensili che riportano indietro nel tempo.

Una ragazza dai modi garbati ci ha portato prontamente il menù , e, dopo pochi minuti, nell’attesa dei piatti scelti, ci è stato servito un gustoso stuzzichino.
Il pranzo si è rivelato ottimo: eccellente i cavatielli con fagioli e cozze; buoni i secondi (vitello al forno e cotoletta) e i contorni di crocchette e fagiolini; superlativo il dolce (torta di noce e di pistacchio); il tutto accompagnato da un magnifico bicchiere di vino locale.

Sorseggiato il caffè, mi sono recato alla cassa per pagare il conto: 26 euro ovvero 13 euro a persona.
Ho ringraziato, complimentantomi con il signor Federico.
Lui ha tranquillamente chiarito che la qualità dei prodotti e i prezzi contenuti rappresentano una normalità: in linea con una tradizione instaurata dalla sua famiglia.
Non possiamo che unirci alle unanime congratulazioni dei tanti clienti che frequentano il locale.
Qualità e accoglienza eccellente. Cibo squisito, con citazione a parte per i fagioli e il dolce. Lode allo scontrino che sancisce una bella stretta di mano tra cliente e ristoratore, non sempre di attualità in quest’ultimi tempi. Ritorneremo volentieri alla Locanda da Federico, per mangiare bene e anche per guardare negli occhi l’onestà: merce rara in questa strana società che alla morigeratezza predilige l’anarchia del liberismo.

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