27 Luglio 2024

Presentato a Sala Consilina il libro di Nino Melito “Joe Petrosino l’Incorruttibile”

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di Giovanna De Luca

Sabato 1° aprile è stato presentato presso l’aula conferenze della Società Operaia Torquato Tasso di Sala Consilina il libro “Joe Petrosino l’Incorruttibile”, scritto da Nino Melito, pronipote del poliziotto padulese.

L’incontro, moderato dal giornalista Pietro Cusati, ha visto il susseguirsi di vari interventi. Dopo l’apertura, in cui il presidente Michele Calandriello ha portato i saluti della Società Operaia Torquato Tasso, il professor Mario Senatore, che ha curato la prefazione del libro, ha donato al sodalizio una poesia da lui stesso scritta in onore di Joe Petrosino.

A questo è seguito l’intervento di Stefania Melito, figlia dell’autore, che ha presentato il libro e la figura di Petrosino stesso, ripercorrendo i momenti più salienti della sua vita e della sua carriera. Dalle parole della dottoressa Melito i presenti hanno potuto evincere la forte vocazione alla giustizia che ha sempre contraddistinto Joe che, emigrato negli Stati Uniti nel 1873 a soli 13 anni, era ben presto diventato informatore della polizia. Il suo forte senso del dovere lo aveva portato, nel periodo in cui aveva lavorato come netturbino, a sventare da solo e a colpi di scopa un attentato che stava per essere messo in atto ai danni dell’allora capo della polizia. Come forma di ringraziamento gli era stata concessa quella divisa che lo avrebbe portato ad arrestare più di ventimila criminali l’anno e a dedicare gli ultimi anni della sua breve ma intensa vita alla lotta contro la mafia, allora conosciuta come Mano Nera. Nel tentativo di sconfiggere l’organizzazione criminale dalle origini, aveva intrapreso, nel 1909, un viaggio in Italia durante il quale aveva trovato la morte per mano di un sicario che gli esplose contro quattro colpi di pistola a piazza Marina a Palermo. Nonostante la notizia del suo arrivo in incognito in Italia fosse trapelata e fosse stata pubblicata sulla stampa nazionale, Petrosino decise di non sottrarsi alla sua missione e di recarsi comunque in Sicilia, pur essendo ben consapevole dei seri rischi a cui stava andando incontro. “È stata questa decisione” – dice Stefania Melito – “che ha segnato il confine tra una persona normale e un eroe”.

A seguire, l’intervento di Pasquale Chirichella, vicepresidente dell’Associazione Internazionale Joe Petrosino di Padula, ha ricordato l’impegno che la famiglia Melito e l’associazione mettono nel divulgare la figura di Petrosino e l’esistenza del Premio Internazionale Joe Petrosino, riconoscimento che viene assegnato ogni anno a magistrati, rappresentanti delle Forze dell’Ordine o esponenti della società civile che si sono particolarmente distinti nella lotta contro le mafie.

A conclusione i saluti istituzionali del sindaco di Sala Consilina, Francesco Cavallone, che ha ricordato Petrosino con la definizione che il presidente Theodore Roosevelt ne diede: “L’uomo, nato detective, che ha riscattato l’Italia conquistando l’America”.

A 114 anni dalla sua uccisione, Joe Petrosino non ha ancora avuto giustizia. Come racconta Stefania Melito, “Il caso Petrosino è ancora aperto, tant’è vero che nel 2000, durante l’operazione Apocalisse, fu intercettato un detenuto che si vantava del fatto che era stato un suo prozio a premere il grilletto e ad aver ammazzato Petrosino. Quindi questa è una storia di pronipoti se vogliamo. I killer sono stati individuati ma non sono stati ancora individuati i mandanti.”

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