19 Aprile 2024

Rubrica: “I Ricordi” a cura di Pasquale Scaldaferri

Quando alla fine del secolo scorso, per le stagioni calcistiche del campionato di serie A, ero regolarmente accreditato per tutte le partite interne del Perugia allo stadio “Renato Curi”, in più di un’occasione zelanti dipendenti della società, al varco di ingresso, mi bloccavano per controllare i documenti che accertassero le mie generalità.

Mentre le prime volte mi sentivo confortato dal comportamento ortodosso degli addetti al servizio, nelle successive domeniche mi posi un interrogativo se i miei tratti somatici destassero inquietanti preoccupazioni. Sciolto l’arcano, dopo una reiterata richiesta del tesserino professionale, fui costretto a chiamare il capitano dei carabinieri di Perugia, il quale comprese immediatamente i termini della questione e ricompose con perizia “l’incidente”. Fu anche un’occasione per conoscere quell’ufficiale della benemerita che apprendendo il mio cognome mi chiese da quale località provenissi e alla mia presentazione esclamò, quasi compiaciuto, che era di Acquafredda di Maratea.
Mi è balzata alla mente questa storia nel corso della mia consueta rassegna stampa quotidiana, leggendo di un pericoloso latitante, stragista, super ricercato, che seguiva indisturbato le partite del “suo” Palermo in tribuna autorità.

Da sempre affermo quanto le tribune autorità fossero e sono a tutt’oggi popolate di portaborse e salamelecchi, replicanti e parvenu, ingordi esecutori del nulla, starlet imbrattate di cipria e nei finti e tribune stampa invase da facinorosi -faziosi e genuflessi al padrone di turno- travestiti da giornalisti. Ma mai avrei immaginato che un pericoloso assassino organizzasse una pantomima, con evidenti correità, in un tempio del calcio.

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