27 Aprile 2024

Di Eugenio Iudice – Rubrica: Panorami “di versi” (poesie, pensieri e racconti)

In questo momento così particolare per la nostra Società moderna, è importante sottolineare quanto sia forte il sacrificio (unito alle privazioni) dei pescatori. Ciò rappresenta l’essenza dell’indissolubilità tra uomo e mare, tra pericolo e sopravvivenza. Quest’ultima per tutti nessuno escluso, fa parte della normale natura umana in quanto, oltre alla necessità “lavoro”, vi è la necessità di garantire gli alimenti per tutti noi.

Di conseguenza i pericoli, i problemi di salute e tutte le rinunce, fanno di questi uomini dei veri eroi! Quest’oggi mi sono ulteriormente reso conto dell’importanza di tali figure lavorative, caratterizzate da elementi così di contraddistinzione che ancor più ne portano in risalto la sofferenza. La maggior parte hanno quel tono di voce, così rauco ma soave, sintesi che fa dei loro racconti di vita marittima storie meravigliose e sbalorditive. In loro non ho mai visto segni di resa o rassegnazione, solo forte voglia di portare avanti quelle splendide tradizioni che il mondo ci invidia. E quel dialetto espresso da loro, ha il suono di una melodia! Sì, Una meravigliosa melodia cantata a suo tempo anche da nostro Signore, pescatore anch’Egli.
Il mio plauso va quindi a tutti coloro che rinunciano e si sacrificano ma anche alle loro mogli e ai loro figli, personalità che profumano di una dignità che la nostra società ha ormai perduto. Quelle donne, Quelle splendide donne che in fondo sono anch’esse delle moderne “Spigolatrici”, che attendono il ritorno di questi veri eroi al nostro porto, divenuto ormai un moderno “Scialandro”

I pescatori di Sapri

Al calar della sera dal Golfo illuminato
Sant’Elena ammara verso l’mar sperato.
Porta con sé sacrifizio, amor e sentimento,
A pescar va l’uomo e l’ bastimento.
Senza paura e rimpianto alcuno
Si va per mar così, tanti ma anche solo uno.
Il capitano vecchio di sale e d’amor per l’abisso,
Cala la rete, sulla prua il Crocifisso.
Rimembra ai marinai la vita vissuta,
Navigando, tentando la fortuna sparuta.
“Oggi può andar bene e anche male”,
Così dicea il capitan consunto dal sale.
Ma il Mar si sa, può esser cattivo e col sorriso,
Non v’è rifugio per alcun viso.
E se il libeccio lo rende impetuoso,
Il cor sale in gola per quant’è sontuoso.
Si va ogni giorno così per lo mondo sconosciuto,
donando agli Amor l’ultimo saluto.
S’attende sempre che l’ciel si apri,
Coraggiosi, così sono i pescatori di Sapri!
Che v’accompagni sempre il Cristo pescatore,
E la vostra umiltà, vessillo del gran core!

Eugenio Iudice

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