27 Luglio 2024

Crotone – IONIO FUEL: “LA NOSTRA MISSIONE E’ ACCELERARE L’ESPORTAZIONE DI GPL PER CREARE POSTI DI LAVORO”

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di Rodolfo Bava

La Società Ioni Fuel ha recentemente ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il via libera all’impianto del deposito costiero nel Comune di Crotone, area industriale ex Corap. Entro il prossimo 8 ottobre gli Enti interessati potranno suggerire consigli e soluzioni.

La Ionio Fuel riceverà il gas dalle navi metaniere, attraverso un sistema di tubazioni criogeniche per la connessione e lo scarico del gas naturale liquefatto dalle navi metaniere. E’ una struttura non solo per Crotone, ma è una struttura strategica per tutta la Calabria e per il Meridione.

La Ionio Fuel spiega di avere intrapreso “da anni una serie di interlocuzioni con autorità, enti ed associazioni di categoria territoriali al fine di potere illustrare i benefici economici, dato che vi sono misure di compensazione a favore della collettività”.

Però, il Sindaco di Crotone, ing. Vincenzo Voce, è tutt’altro propenso a concedere il via. Affossando, pertanto, le attività portuali ed il lavoro per i giovani.

Progetti di questa portata, sia per le ricadute economiche-sociali, quanto per le valutazioni di impatto ambientale e paesaggistico, richiedono competenza e conoscenza, non certo posizioni preconcette e, di fatto, capate in aria.

Senza addentrarci in tecnicismi ignoti ai più, il processo con il maggiore impatto ambientale nella filiera del trattamento del gas naturale sono la liquefazione e la rigassificazione mediante apposito impianto. Il primo viene effettuato per portare allo stato liquido il gas naturale, riducendone il volume per facilitarne il trasporto sia su mare che su ruota. Questo processo avviene portando il gas a temperature pari a – 163 gradi cent. A pressione atmosferica.

Il progetto consiste nella realizzazione di un impianto di stoccaggio, con serbatoi criogenici, del Gnl che verrebbe acquistato nelle condizioni liquide e rivenduto nelle medesime condizioni per soddisfare la crescente richiesta in tre settori principali: quello navale, quello dei grandi mezzi e quello delle attività produttive.

Da un punto di vista economico, invece, gli effetti e le ricadute sul territorio potrebbero essere molteplici. Innanzitutto, il sistema permetterebbe, tra operatori diretti sull’impianto ed aziende che vi orbiterebbero per diverse mansioni, una ricaduta occupazionale di circa 500 unità anche di personale qualificato e specializzato che non sarebbe costretto ad emigrare in cerca di occupazioni.

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