27 Luglio 2024

A 40 anni dall’anniversario dell’uccisione del Magistrato Rocco Chinnici, e di due carabinieri della scorta e del portiere dello stabile.

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di Pietro Cusati detto Pierino

A 40 anni dall’anniversario dell’uccisione del Magistrato Rocco Chinnici, capo dell’ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo e di due carabinieri della scorta. Insieme al Magistrato Rocco Chinnici morirono il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e Stefano Li Sacchi, portiere dello stabile di via Pipitone Federico a Palermo in cui il giudice abitava, il 29 luglio del 1983 all’età di cinquantotto anni, con il primo attentato che utilizza la tecnica dell’esplosivo comandato a distanza. Il magistrato Rocco Chinnici ebbe una felice intuizione, istituì un gruppo di lavoro, il “pool antimafia”, con due giovani magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con loro che mette in cantiere i primi atti d’indagine di quelli che si caratterizzeranno come i più importanti processi di mafia degli anni Ottanta. Il giudice Rocco Chinnici andava nelle scuole a incontrare i giovani, ad ascoltarli, a investire in loro parlando di mafia e di legalità, le sue intuizioni e i suoi metodi d’indagine innovativi lo hanno reso uno dei padri dell’ordinamento antimafia. Rocco Chinnici è stato profeta della legalità in un tempo nel quale i suoi avversari stavano nelle istituzioni, in cui la mafia aveva il volto dello Stato.Rocco Chinnici, l’inventore del pool antimafia, capo dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo,fu l’inventore del pool antimafia, chiamò accanto a se giudici come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; avviò per primo le indagini e le misure di prevenzione patrimoniali, strumento fondamentale di contrasto alle mafie. “Fu un antesignano nel cogliere l’importanza del coinvolgimento sociale, impegnandosi con incontri e dibattiti finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sui temi della lotta alla mafia, coinvolgendo in particolare i giovani”, ricorda Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso a Capaci. Il 29 luglio di 40 anni fa un’autobomba fu fatta esplodere sotto la casa di Rocco Chinnici a Palermo. ‘’A Chinnici si deve l’avere intuito in tutta la loro pericolosità le connessioni della mafia con l’alta finanza, la politica e l’imprenditoria, e l’aver promosso inedite strategie investigative, fondate sulla collaborazione fra i magistrati che svolgevano le indagini sul fenomeno. Il ricordo dell’appassionato impegno, umano e professionale, di Rocco Chinnici nel difendere le istituzioni e i cittadini dalla violenza e dalle vessazioni della criminalità organizzata resta indelebile nella memoria di tutti e rappresenta un prezioso e costante stimolo per la crescita della coscienza civile e della fiducia nello stato di diritto”, lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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