29 Marzo 2024

Fuori logosLa filosofia per tutti e per ciascuno

di Stefano Cazzato

Aveva un’abilità straordinaria nel divulgare le sue idee. Se Socrate non scrisse nulla per paura che la sua filosofia venisse abbassata o fraintesa, egli scrisse tantissimo nella convinzione che il suo pensiero potesse liberare l’uomo dalle catene della schiavitù mentale. In che modo? Stimolando il ragionamento, il dubbio, lo spirito critico e interrogativo, il confronto schietto e agonistico, l’uso pubblico della ragione.

La filosofia non ha un credo, ma deve rendere credibili le nostre idee, diceva. E se non lo sono, deve aiutarci ad abbandonarle.

Eppure, il filosofo e matematico scozzese Bertrand Russell un credo ce l’aveva, ed era lo spirito scientifico che rifiutò tuttavia di consacrare in un dogma, come fecero invece altri filosofi, prima e dopo di lui. E questo credo cercò di spiegarlo al grande pubblico attraverso metafore ardite, aneddoti esplicativi, esempi curiosi tra cui il re di Francia, il tacchino e la tejera.

Con il prima andò a colpire i metafisici che dissertavano di astrazioni. A volte parliamo di qualità secondarie di cose che non esistono. Diciamo che il re di Francia ha i capelli oppure che non li ha oppure che porta la parrucca, ma tutto ciò è insensato perché non esiste oggi un re di Francia.

Con il secondo evitò il rischio dogmatico insito nell’induzione, il metodo fondamentale della ricerca sperimentale. Scrisse infatti che un tacchino, portato in un allevamento americano, cominciò a osservare che ogni giorno “gli veniva dato il cibo alle 9 del mattino. Non fu precipitoso nel trarre conclusioni dalle sue osservazioni e ne eseguì altre in diverse circostanze: di mercoledì e di giovedì, nei giorni caldi e nei giorni freddi, sia che piovesse sia che splendesse il sole. Così arricchiva ogni giorno il suo elenco …. Finché elaborò una conclusione come questa: Mi danno il cibo alle 9 del mattino. Purtroppo, però, questa concezione si rivelò incontestabilmente falsa alla vigilia di Natale, quando, invece di venir nutrito, fu sgozzato.»

Anche se fallibile, la filosofia scientifica è comunque più convincente di quella dogmatica, come dimostra il terzo aneddoto della teiera. « Se io sostenessi che tra la Terra e Marte ci fosse una teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole su un’orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire la mia ipotesi purché io dicessi che la teiera è troppo piccola per essere rivelata dai nostri telescopi. Ma se io dicessi che dobbiamo credere alla mia affermazione perché non può essere smentita, passerei giustamente per uno che dice fesserie. Se però l’esistenza di una tale teiera venisse affermata in libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità e messa nelle menti dei bambini a scuola, sarebbe difficile non credere nella sua esistenza. »

Conclusione. Ci sono due tipi di uomini: i pratici che si pongono problemi materiali e cercano un cibo per il corpo. E i contemplativi che si pongono problemi esistenziali, domande di senso e cercano un cibo per lo spirito. I contemplativi si dividono a loro volta in due categorie in base al metodo che utilizzano per rispondere a queste domande: i religiosi, che usano un metodo dogmatico e irrazionale e i filosofi, che usano un metodo libero e scientifico. In un ipotetico giudizio universale ai primi verrà chiesto se sono stati fedeli al loro credo, ai secondi se sono stati infedeli al loro credo se questo andava contro la ragione, i fatti e le argomentazioni.

Benchè agnostico, Russell rispettò sempre gli uomini di fede, con cui dialogò ininterrotamente per costruire un mondo migliore. Se non ci si poteva intendere sui principi primi (la creazione, l’immortalità dell’anima, l’esistenza di Dio, la fede in un paradiso), lo si poteva fare invece sui secondi (la lotta alle ingiustizie, la difesa dei diritti civili, la condanna dei totalitarismi, il sostegno al disarmo e alla pace) per il bene dell’umanità.

Se si fosse chiuso nella roccaforte della scienza, in un atteggiamento di presunzione positivista, in pochi avrebbero creduto a questo straordinario testimone della filosofia del Novecento.

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