5 Dicembre 2024

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Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, torna a parlare del rigassificatore a Gioia Tauro. E dice: “Spero che il nuovo Governo dia l’ok”

CATANZARO – Il gas, e poi tutto il resto. Anche la Calabria è alle prese con il risparmio energetico e con la possibilità di attingere a nuove fonti. A partire da una vecchia opzione caduta, nel tempo, nell’oblio. Da qui riparte il presidente Roberto Occhiuto affermando che «il rigassificatore Gioia Tauro è un’opera strategica per il Paese, mi aspetto ok da nuovo governo».

Lo svolgimento, nelle forme di un’intervista rilasciata a TgCom24, recita: «In Calabria siamo messi molto bene dal punto di vista della produzione di energia rinnovabile. L’Italia produce il 19% di energia da fonti rinnovabili, in Calabria ne produciamo il 42%. Se a questo sommiamo l’energia prodotta dall’idroelettrico, la Calabria potrebbe avere l’autosufficienza solo da fonti rinnovabili e pulite. Inoltre, sto avendo da mesi un confronto molto serrato col governo perché nella mia Regione, precisamente a Gioia Tauro, esiste un progetto per far nascere un grande rigassificatore, che ha tutte le autorizzazioni valide e che si potrebbe fare a condizione che l’esecutivo nazionale lo qualifichi come un’opera strategica».E ancora: «Si tratterebbe di un rigassificatore così grande che consentirebbe di produrre un terzo dell’energia che fino a poco tempo fa importavamo dalla Russia. Mi auguro che il prossimo governo metta in cima ai suoi obiettivi la realizzazione di questo impianto che non chiediamo solo noi ma anche Confindustria, i privati, Eni e i sindacati». Connesso al nuovo opificio ci sarebbe la realizzazione della piastra del freddo che serve per rigassificare e per surgelare i prodotti. Quindi,  un distretto dell’agroindustria. 

I tempi di realizzazione sono quelli tipici di un rigassificatore terreste. «Quindi se domani ci fosse il Dpcm – ipotizza Occhiuto – da parte del governo, entro 4 anni al massimo, il rigassificatore sarebbe realizzato e produrrebbe, lo ripeto, un terzo del gas che veniva importato dalla Russia. Una roba gigantesca che potrebbe farsi solo a Gioia Tauro, il porto più grande d’Italia».

Infine, una promessa: «Sul caro energia noi metteremo in campo tutte le risorse che possiamo, però ci aspettiamo dal prossimo governo, e soprattutto dall’Europa, un grande intervento per risolvere il problema in maniera strutturale».

Da qui, stop a una possibile speculazione e coinvolgimento delle grandi compagnie. «Il problema – conclude Occhiuto – è da affrontare alla radice: bisogna sterilizzare il prezzo del gas dall’impatto della speculazione e bisogna chiedere alle grandi compagnie di farsi carico di acquistare e vendere il gas a un prezzo sostenibile. Nella mia Regione, dove c’è un tasso di disoccupazione altissimo, io sono davvero preoccupato anche per l’effetto che questa crisi potrà avere sul mercato del lavoro e sulla, già debole e fragile, economia calabrese».

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