Focus Sapri: ottusa burocrazia
Sanità disastrata e politica stracciona

PASQUALE SCALDAFERRI

un attacco inequivoco, senza precedenti, che arriva con coraggio e determinazione da Marco Martorano, una delle eccellenze che opera all’ospedale di Sapri.
Deontologia e professionalità riconosciute da pazienti e colleghi, il direttore di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva del nosocomio delle tre regioni, torna in campo dopo anni di silenzio e un’esperienza politica da egli stesso definita traumatica, perché in conflitto con la sua vocazione di uomo del fare.
Davanti al dramma e al linguaggio di totale antinomìa che ha contraddistinto – senza soluzione di continuità e schieramenti – la sciatteria programmatica del personale politico-amministrativo del golfo di Policastro, dei rappresentanti provinciali, regionali e nazionali, ma soprattutto l’ignavia dell’esecutivo destradestacentrino, nonchè il cerchiobottismo del ministero della Salute guidato dal fratellino Schillaci, principale artefice del catastrofico elaborato teso a depauperare funzioni e centralità del presidio dell’Immacolata, il medico lucano non ha desistito, schierandosi con le popolazioni del Golfo, lanciando stilettate al vetriolo contro chi ha in mano la sanità, in una delle regioni più scalcagnate d’Italia.
Senza circonlocuzioni di parole, il direttore Martorano paventa l’effetto slavina sulla struttura ospedaliera.
Dalla vittoria di popolo del 1979 che approdò all’inaugurazione del plesso dopo decenni di liti da comare in salsa Dc-Psi, ora provvedimenti sciagurati e scellerati hanno vanificato le battaglie di civiltà del secolo scorso.
Giunto all’acme, del disastro di questi anni non sono esenti da pesanti responsabilità inadeguati “sindaci-fumettisti”, complici o, peggio, silenti esecutori delle nefandezze dei governi regionale e nazionale.
Con le fallimentari politiche sanitarie e le giaculatorie nei verbosi e stucchevoli premi alla retorica, le azioni dei primi cittadini raramente si sono incanalate in un binario di vero, autentico servizio verso la collettività, finendo col recitare un ruolo di subalternità al governo di turno e calpestando anche la memoria di Giovanni Iantorno, il parroco della gente che il 28 luglio di quarantasei anni fa guidò la sommossa popolare per l’apertura dell’ospedale, subendo l’ostracismo dell’ignobile classe dirigente dell’epoca e l’anatema delle gerarchie ecclesiastiche, reazionarie e oscurantiste.
Geppino Furgione, già sindaco di Sapri e autorevole rappresentante del ComitatodiLotta1979 accanto al sacerdote Iantorno, riavvolge il nastro dei ricordi di quella pagina di cronaca, diventata storia.
Le denunce sono circostanziate, quasi a voler rimarcare la sistematica spoliazione della struttura ospedaliera delle tre regioni.
Un grido d’allarme che non deve passare inosservato. E il j’accuse del primario Martorano è un chiaro segnale di preoccupazione, per una valanga che si sa dove parte, ma non dove è destinata a concludere la sua drammatica discesa a valle.
Indizi pericolosi, dinanzi ai quali amministratori del territorio dovrebbero lavorare in sinergia, pensare, ragionare e agire all’unisono.
I dirigenti dell’ Asl salernitana, dopo una “difesa” colabrodo del Punto nascita di Sapri, fanno arrivare segnali tutt’altro che incoraggianti proprio sul reparto di gastroenterologia ed endoscopia digestiva, diretto dal dottore Marco Martorano.
Non è la prima volta che Vincenzo De Paola (originario di Teggiano, ma residente a Cava de’ Tirreni) si rifiuta di ricevere pazienti.
Già in passato il direttore sanitario del presidio ospedaliero aveva opposto diniego alla richiesta di una signora residente a Sapri che denunciava i ciclopici ritardi del centro unico di prenotazione.
Una storia disgustosa – a maggio 2024 – che ha avuto vasta eco persino sulla stampa nazionale, nella rubrica del Tg3 Fuori Linea.
Un panorama a tinte fosche con pericolose ricadute anche su altri reparti, ad onta di standard qualitativi encomiabili.
Emblematico il focus su gastroenterologia ed endoscopia digestiva.
Quarantatremila prestazioni in 10 anni.
Dal 2015 un modello organizzativo capace di evitare annullamenti di esami e garantire la regolare esecuzione delle prestazioni (screening e colonscopie), assicurando altresì le urgenze derivanti dal pronto soccorso.
Un reparto in grado di incarnare alla perfezione il ruolo dell’ospedale di Sapri: nosocomio delle tre regioni.
Ma lo strabismo amministrativo e la puerile, pretestuosa e frigida legge dei numeri, coniugata alla nauseabonda politica stracciona, dopo aver decretato la chiusura del Punto nascita dell’Immacolata, adesso penalizza e tenta di offendere, calpestare, mortificare, anche il lavoro del personale infermieristico, con dedizione sempre presente a garanzia del servizio pubblico e mai assente per malattia.
Evidentemente, attaccamento ai valori umani, morali e deontologici, passione e valente, eccelsa professionalità, non sono un biglietto da visita imprescindibile per il pensatoio dell’Asl salernitana, subitaneamente pronto a porre un limite al massimale delle ore di straordinario, seguendo una (il)logica formula aritmetica.
Da Campania, Basilicata e Calabria, numerosi degenti scelgono la struttura sanitaria pubblica del golfo di Policastro, ma per i dirigenti dell’azienda sanitaria di via Nizza a Salerno, circostanza non sufficiente e meritoria a rafforzare qualità e tutela del personale medico e paramedico, al fine di una regolare e fluida continuità assistenziale.
Si lavora alacremente, ma l’ottusa burocrazia, il politicamente corretto, l’algida e improvvida linea dell’austerity, frenano tutto ciò.
La difesa di una struttura pubblica, l’intera équipe che con abnegazione e spirito di squadra protegge e cura il malato, garantendo le prestazioni, il direttore Martorano che, in una specie di olimpiade ad ostacoli, da scafato maratoneta custodisce anche la dignità dei suoi collaboratori, proteggendo lo staff da interventi a gamba tesa e in palese violazione della giurisprudenza del lavoro, dovrebbero essere gli indicatori fondamentali di un sano e rigoroso servizio pubblico: uno spartiacque rivelatore della triste e dolorosa vicenda dell’ospedale. Macchè!
Ottanta prestazioni annullate nel mese di settembre 2025 a seguito del blocco dello straordinario e decine le richieste di prenotazioni per esami endoscopici e visite gastroenterologiche che non vengono prenotate per il blocco imposto al Cup dal direttore sanitario del presidio.
Off limits anche l’accesso ai pazienti che hanno eseguito la ricerca del sangue occulto con esito positivo.
Ergo, a cascata bloccati o erogati con difficoltà gli esami endoscopici a ricoverati mentre qualche settimana fa si è registrato il caso di un corpo estraneo esofageo trasferito a Vallo della Lucania, avendo gli infermieri “cessato” il turno alle 14.00
Soltanto da pochi giorni assegnati due infermieri in più e riconosciuta la carenza di un’unità medica (ne servono due).
Una delle infermiere collocate alla gastroenterologia proviene dall’ostetricia e non sarà mai sostituita.
Da tre anni si attende la conclusione di una gara per la fornitura della seconda colonna endoscopica, assegnazione attenzionata dalla Guardia di Finanza per accertare eventuali irregolarità ed illiceità inerenti all’iter procedurale.
Non è solo il Punto nascita ad essere messo in crisi.
La strategia, secondo cittadini e addetti ai lavori, è sempre la stessa: depotenziare Sapri a vantaggio degli altri presidi e del privato.
Bruno Torsiello, direttore di Ostetricia e Ginecologia, non è tenero con le istituzioni.
Tesi inconfutabile che trova consensi unanimi e giudizi sferzanti.
Ora servono scelte univoche senza tentennamenti e pericolose discrasie che rischierebbero di inficiare il risultato finale.
È l’ultimo, inappellabile strumento per arridere al successo.
La strada la traccia l’avvocato-scrittore, Franco Maldonato, autore del pamphlet La rivolta di Sapri.
Il golfo di Policastro attende trepidante per la sorte dell’ospedale.
Lunedì 6 ottobre impugnato innanzi al Tar della Campania il provvedimento di chiusura del Punto nascita.
Da oggi si riaccende la speranza.
Se dovesse fallire anche questa ennesima istanza, il sindacato è pronto a dare battaglia.
Il presidente dell’assemblea provinciale funzione pubblica Cgil, Mimmo Vrenna -lancia in resta- promette una mobilitazione popolare.
Comitati, associazioni e cittadini non cedono alla rassegnazione.
Si preannuncia un autunno bollente.
Scocca l’ora della resistenza!
