Il piacere del testo: “Matematico senza schema”

di Alfredo Imbellone

“Il piacere del testo” Rubrica a cura di Stefano Cazzato
Yesterday and long ago di Vladimir I. Arnold è un affascinante mosaico di ricordi, aneddoti storici e riflessioni filosofiche che svelano la vita e il pensiero di uno dei più grandi matematici del XX secolo. Pubblicato in italiano nel 2025 da Scienza Express, il volume offre una prospettiva unica sulla figura di Arnold, combinando il rigore scientifico con la spontaneità di un racconto personale. Attraverso una narrazione frammentata ma coerente, Arnold ci conduce in un viaggio che spazia dalla sua infanzia nell’Unione Sovietica alle avventure accademiche in Europa, passando per episodi storici e curiosità matematiche.
Nato a Odessa nel 1937 e cresciuto a Mosca, Vladimir Arnold dimostrò un talento precoce per la matematica. A soli 19 anni, sotto la guida di Andrej Kolmogorov, risolse il tredicesimo problema di Hilbert, un risultato che lo rese celebre nel mondo accademico. Il libro ripercorre questa carriera straordinaria, sottolineando come Arnold abbia sempre visto la matematica come un’estensione della fisica e della filosofia naturale, in contrasto con l’approccio astratto e formalista dominante nel Novecento. Amava ripetere “La matematica è un’arte, e come tale va vissuta con passione e umiltà”.
Arnold non fu solo un teorico: amava l’avventura e lo sport, come racconta nell’episodio dell’incidente in bicicletta a Parigi nel 1999, che apre il libro. Quel trauma cranico, che lo lasciò temporaneamente senza memoria, diventa una metafora della sua resilienza e del suo legame viscerale con la Russia, descritta con ironia: “I medici francesi mi dissero che con un trauma del genere qualsiasi francese sarebbe morto sul colpo. Ma poi aggiunsero: ‘I russi sono duri, quindi dovresti vivere ancora per mesi’”.
Il libro è strutturato in brevi capitoli autonomi, che alternano ricordi personali a digressioni storiche e scientifiche. Arnold parla della sua famiglia, della passione per la montagna ereditata dal padre, dei seminari all’Università di Mosca dove forgiava giovani matematici con domande sferzanti, e dei suoi viaggi, da Hong Kong al Brasile. La prosa è vivace, a tratti caustica, come quando critica il “bourbakismo” o l’eccessiva astrazione nella didattica matematica: “Lo scopo di una lezione non dovrebbe essere la derivazione logica di asserzioni incomprensibili da altre altrettanto incomprensibili”.
Tra i passaggi più memorabili, spiccano i racconti su figure come Ramanujan, descritto con empatia: “Dormiva sopra le coperte, senza usarle per coprirsi, e morì di freddo”, e le osservazioni sulla storia francese e russa, dove Arnold rivela una curiosità enciclopedica. Il capitolo dedicato a un acceso dibattito con un professore giapponese, mostra il suo lato polemico e patriottico.
Sebbene il libro non approfondisca i tecnicismi delle sue scoperte (come il teorema KAM o la teoria delle singolarità), Arnold trasmette l’essenza del suo approccio: la matematica come arte della scoperta, legata all’intuizione e all’osservazione del mondo reale. La sua critica all’istruzione moderna è attuale: “In Francia, uno studente rispose che 2+3=3+2 perché l’addizione è commutativa, senza sapere il risultato”.
Yesterday and long ago è anche un testamento spirituale. Arnold riflette sulla morte, sulla storia della scienza e sul ruolo dei matematici, citando spesso Newton e Poincaré. La sua tomba al cimitero Novodevichy di Mosca riporta una frase emblematica: “Nel mio lavoro dipendo da sensazioni, ipotesi e intuizioni, vedendo connessioni dove altri vedono solo caos”.
Questa edizione italiana, arricchita da note e prefazioni, rende giustizia a un’opera che è insieme biografia, saggio e racconto di viaggio. Arnold emerge come un uomo poliedrico: genio ribelle, maestro appassionato, narratore coinvolgente.

Vladimir I. Arnold, Yesterday and long ago, Scienza express, 2025, pp. 238, € 28