12 Luglio 2025

Gli alunni di Futani trionfano al Premio  “L’ Identità del Cilento”, II ed.  

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Gli alunni di Futani trionfano al Premio L’ Identità del Cilento, II ed.  

di Laura Cuozzo

Si è svolto il 23 giugno a Vallo della Lucania nel palazzo di Cultura  il Premio artistico-letterario “L’identità del Cilento” giunto alla sua seconda edizione, dedicato ai giovani degli istituti secondari di primo e secondo grado, agli studenti universitari, fortemente voluto dal Professore Ezio Martuscelli che da anni si occupa di progetti di ricerca socio-culturale nell’area Parco del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni. Questo progetto guarda l’identità cilentana in chiave futuristica attraverso l’ottica moderna dei giovani, bisognosi di radici e d’ali come afferma il Dalai Lama. “In un’epoca di costante evoluzione, si sente il bisogno profondo di attingere alle nostre origini, perché se non si ha memoria delle proprie radici, si rischia di proiettare le nuove generazioni in un futuro globalizzato senza ancoraggi, senza confini culturali precisi, senza identità” , queste le dichiarazioni della professoressa Barbara Amorelli che ha ritirato il Primo Premio per la Poesia conferito agli alunni della Scuola Secondaria di primo Grado di Futani per il tema gli “Antichi mestieri cilentani”, una narrazione corale di antichi mestieri che si intersecano con i caratteri dei personaggi mestieranti dove il filo che congiunge tutte le narrazioni sono proprio le mani degli artigiani.

“Nel contesto rurale e artigianale cilentano, le mani emergono come protagoniste indiscusse. Sono loro a scolpire la nostra identità, passata e presente, narrando la storia profonda di ogni artigiano e di un’arte che trascende la semplice manualità. Questi custodi dell’abilità non sono solo detentori di una storia locale, ma universale. Basta osservare attentamente: è proprio grazie a queste qualità che borghi antichi e persino città più grandi hanno mantenuto la loro autenticità e unicità nel tempo” (Professoressa Barbara Amorelli).

Le poesie hanno colpito la giuria per la descrizione eterogenea di personaggi e di luoghi. Si legge nella motivazione: “La descrizione dei diversi mestieri fa emergere figure ormai quasi inesistenti. I modi di “usare” i materiali quasi essi siano (filo, ferro, legno, cuoio, lana, creta…) gli attrezzi (tornio, martello, acqua…) cantano.

Le rappresentazioni di luoghi come la fucina del fabbro e la casa silenziosa della ricamatrice si sommano ai ricordi personali.                    

(…) Il ritmo è serrato, non indulge al lamento del bel tempo andato ma si propone come una sintesi asciutta e gradevole alla lettura che occhieggia alla narrazione antropologica seppure in versi.

“Anche il poeta è, per sua stessa natura, un vero e proprio artigiano, la cui bottega è la mente e il cui strumento insostituibile è la parola. Non un semplice mezzo, ma uno strumento straordinario, capace di scolpire emozioni, dipingere paesaggi interiori e dare voce all’ineffabile. Nelle sue mani, la parola si plasma, si modella e si trasforma, diventando l’essenza stessa della sua arte. Lo conferma l’origine etimologica della parola poesia che deriva da un verbo greco “poieo” che significa “costruisco”, “formo con arte”. Il poeta è un costruttore di versi, che con pazienza e perizia trasforma la parola grezza in gemma. La poesia è la voce del silenzio che custodisce emozioni troppo grandi per il prosaico parlar comune” ( Professoressa Barbara Amorelli)



L’Orologiaio di Ogliastro Cilento

Nel cuore della bottega, sotto il lume fioco,
l’orologio ticchetta, segno del tempo che scivola.
Mani sapienti, con gesto lento,
sanno fermare e dar movimento.

In ogni ruota, in ogni ingranaggio,
c’è un segreto nascosto, un piccolo viaggio.
Il metallo che danza, il vetro che riflette,
ogni secondo è un suon di lancette.

Le lancette silenziose tracciano la via,
un filo invisibile che unisce notte e giorno.
Ogni battito, un respiro, una perfetta armonia,
nell’anima dell’orologio la vita è sintonia.

L’orologiaio, tra polvere e precisione,
fa della sua arte una vera passione.
Con un goccio di olio e un colpo di lima
resta il custode del tempo, misterioso e solido

su ogni torre, lassù in cima.       


Al premio era presente il dr. Mimi Minella, provveditore agli studi della provincia di Salerno “lo studio dell’identità cilentana attraverso i giovani va incentivato in rispetto delle unicità di ogni comune laddove proprio i piccoli borghi delle aree interne sono minati dalla denatalizzazione e spopolamento. Studiare gli usi e le tradizioni di un piccolo comune valorizza anche quelle piccole scuole di paese accorpate in Istituti Comprensivi Centralizzati. Stiamo difatti assistendo ad un graduale dimensionamento di strutture scolastiche. Nel 2024 erano 193 gli istituti scolastici, nel 2025 il numero è calato a 164 , l’anno prossimo saranno 138; da cilentano doc , di origine felittese, ho sempre difeso il Cilento, soprattutto quei luoghi dove abbiamo problemi di strade e collegamento, andando spesso contro la regola da rispettare del numero minimo di 10 alunni  delle classi primarie che ho accettato nel numero di 6 per evitare disagi di viaggio agli infanti”.

La professoressa Barbara Amorelli ci ha tenuto a precisare che nel Comune di Futani nascono iniziative volte a promuovere l’amore per la poesia tra i giovanissimi, come il Concorso di poesie “Cilento in Fiore” ideato dalla professoressa Diana Nese a cui partecipano gli alunni della Scuola Primaria e Secondaria di primo Grado di Futani, giunto alla sua terza edizione. Questo concorso nasce nell’ambito del “Premio Maturità” in memoria di Fedele Cuda, noto cittadino di Futani, voluto fortemente dalla moglie Angela Gasparro e dai figli Matteo e Michele Cuda per motivare i giovani futanesi a impegnarsi nello studio.

Per lo stesso motivo è stata inaugurata quest’anno sempre nello stesso comune la “Scala degli innamorati” in occasione della festa di San Valentino, dove versi, citazioni, metafore sono decorati con pitture delicate sui gradini che accolgono i passi di chi, da solo o in coppia, desidera trasformare questo luogo di percorrenza in un angolo di sosta e di riflessione sull’amore. Questa scalinata ha ispirato il Concorso “Componi l’amore”, che mira a incoraggiare e premiare i giovani poeti.                                                                                                

Questo luogo simbolico ti ricorda in fondo che l’amore lo incontri dovunque, nei volti degli anziani, negli occhi delle persone che ti sorridono, nei bambini che ti corrono incontro. E quando ti colpisce è pura magia, è vibrante   poesia.                                                                                                   

Che cos’è la poesia in fondo se non un’emozione che ha trovato le parole. La poesia, ancor prima che scritta, è intorno a noi. Basta osservare il mondo con gli occhi di un bambino, con stupore e curiosità e quelle emozioni diventano versi. 

Futani è il paese dal dolce richiamo

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