13 Luglio 2025

Ezio Martuscelli ed il suo metodo “perciante”. Alla ricerca di una nuova identità cilentana

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Ezio Martuscelli ed il suo metodo perciante. Alla ricerca di una nuova identità cilentana

di Laura Cuozzo

Il Professore Ezio Martuscelli: dall’ insegnamento universitario della chimica a innovatore culturale ed inventore della formula per la conservazione delle radici contro la tirannia del tempo che tutto copre e tutto dimentica. Una già quindi brillante carriera di docente universitario in “scienza dei materiali” all’ interno della facoltà – Conservazione dei beni culturali – di prestigiosi atenei nazionali non bastava allo stesso per non offrirsi ulteriormente al suo bel Cilento come faro di conoscenza. Ecco come si è installata in lui una sorta di febbre, una necessaria passione, velata di nostalgia, nel preservare con la cura dell’ archeologo e dell’ imbalsamatore i tanti alberi genealogici di famiglie sue conterranee e farne ponti levatoi tra le sponde di ieri, oggi e domani.

Nato a Napoli, ma di origini cilentane, esattamente oriundo di Centola, è dal suo suggestivo borgo del Basso Cilento che ha sviluppato quella encomiabile passione per il recupero della memoria locale a partire non solo dai cognomi di tutte le famiglie centolesi, ma analizzando lasciti , passaggi ereditari, viaggi, matrimoni, feste familiari delle anime ormai andate , ma vive in eterno . Un’associazione culturale in itinere, di ampio respiro e reticolato intellettuale quella del “Progetto Centola” che giorno dopo giorno continua nell’ opera di preservare le tradizioni e storie centolesi utilizzando una metodologia diretta ed indiretta di ricerche storiografiche, sociologiche, interviste, recupero fonti fotografiche, documentaristiche, descrizione in infiniti saggi della vita passata di tutti i paesani con riferimenti anche al turismo delle radici . Quest’ ultimo è servito ad integrare un intenso lavoro di scavo di testimonianze degli emigranti che si sa, sono maggiormente attaccati alle loro origini essendo stati costretti a distaccarsene, quindi piu’ carnali nel volersi nutrire di ricordi riscontrabili nelle loro memorie affidate e per essi confezionate ad hoc, anche romanzate, con affetto e fiducia da un così fervente ed accanito innamorato dei luoghi del cuore .

Il professore Ezio Martuscelli si è reso protagonista quindi di un nuovo modo di fare cultura, quella di fotografare un popolo in cammino , a stento riconoscentesi in una vocazione agro-pastorale, ma affondante il suo dna in un crocevia di razze tra le quali gli enotri, i lucani, i greci, i romani, i sanniti, gli arabi, i longobardi ecc. per certi versi, un popolo ancora inconsapevole di sè. Troppa storia frammentata da ricomporre in un quadro mai completo al quale molte pennellate di colore sono state date appunto dal generoso Martuscelli .

Lo abbiamo quindi ascoltato ed incontrato nella sala del Palazzo di Cultura a Vallo della Lucania il 23 giugno, nel sopraggiungere di un’imminente estate all’ interno della seconda edizione del suo Concorso premio Artistico – Letterariio “L’ identità del Cilento” . Sono stati premiati pletore di studenti cilentani d’ istituti secondari di primo e secondo grado accompagnati dai loro docenti, alla presenza degli amministratori locali del comune ospitante (vicesindaco di Vallo della Lucania Tiziana Cortiglia, Pasquale Sorrentino per la Provincia di Salerno, Mimì Minella Dirigente Ufficio Scolastico Regionale per l’ Ufficio X, Carmelo Stanziola vicepresidente del Parco Nazionale del Cilento e Luciana Gravina Presidente di Giuria) di una forza intellettuale all’interno dell’organizzazione del concorso e giuria, che ha visionato, letto, giudicato per la sezione letteraria e visiva moltissime opere tra poesie, cortometraggi, dipinti, fotografie elaborati inviati dai giovani partecipanti. Della giornata intensa e a tratti molto tenera è importante ricordare il metodo utilizzato dalla giuria per selezionare le opere più intense e vere, ossia il ricercare nelle opere l’aderenza al termine identità, la correttezza linguistica, la felicità espressiva e la capacità emozionale del testo .

Il professore Ezio Martuscelli da anni ha studiato l’ identità del Cilento , pervenendo a questa conclusione “…il concetto d’identità non può essere definito come una realtà statica fine a se stessa. L’identità di ieri non può essere la stessa di oggi. Bisogna andare alla ricerca di nuovi elementi che possano definire la nuova identità del Cilento e per farlo bisogna coinvolgere i giovani studenti che con la loro -open mind- sono in grado d’identificare i nuovi elementi identitari che messi insieme definiscono una nuova identità locale …”. Il Professore Ezio Martuscelli si definisce un essere “perciante”. In dialetto cilentano il termine “perciare” significa “pertusare, insistere, trapanare” come se la sua insistenza e resilienza nell’ offrire visuali alla sua terra d’ origine nell’aiutarla a destarsi ad una nuova consapevolezza e conoscenza di se’ possa infastidire chi vuole crogiolarsi in una beata e consolatoria indifferenza. La lectio magistralis del “perciare” non suona quindi come una minaccia, ma un semplice pungolare, un punzecchiare, un incitare a stare sempre vivi, attenti e vigili sul proprio territorio come sentinelle di guardia; il pericolo che tanta bellezza possa essere adocchiata da stranieri piu’ lungimiranti non è poi così lontana. Ecco perché bisogna imparare a guardare i propri luoghi d’origine e restanza o tornanza con occhi sempre nuovi e innamorati.

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