Le culture cilentane

Qualche riflessione sulle iniziative culturali territoriali. Le opportunità delle giornate itineranti: Salviamo il dialetto cilentano.

di Pasquale Martucci
Negli ultimi tempi nel territorio cilentano si possono individuare gruppi di persone che interessano con le loro azioni le cronache locali: Convegni, presentazioni di libri, dibattiti, che si mettono insieme per creare occasioni di cultura, intesa nel senso antropologico-sociale di vivere ed appartenere alla comunità.
Riconduco entro l’espressione generica cultura, forse meglio culture, per intendere azioni che segnano il rapporto uomo/territorio e si svolgono in ambito relazionale. La relazione è legata alla condivisione di idee volte ad un risultato: individuare il senso del luogo, farlo conoscere ed affermare, attraverso varie iniziative, occasioni per costruire comunità e proporre la conoscenza delle stesse in ambiti più estesi.

La domanda è: come si può realizzare tutto ciò?
Ho accennato all’azione di individui che insieme riescono a condividere un’idea. Penso ai gruppi che propongono il loro patrimonio culturale, i prodotti tipici, oppure diffondono l’idea identitaria che certamente non è conservazione ma valorizzazione, ovvero un processo in cui ciascun elemento deve lavorare in sinergia per la realizzazione e l’affermazione di un obiettivo. Per valorizzazione si intende evidenziare le risorse di un territorio, sia ambientali che storico-culturali, l’artigianato, i luoghi di interesse sociale e le tradizioni locali, al fine di promuoverli, con un’azione conoscitiva, la costruzione di un processo di comunicazione, forme di attività che favoriscano il benessere della popolazione. Occorre agire attraverso un “turismo culturale”, come esperienza unica e autentica, totale, che consideri centrale l’essenza del luogo, la sua identità.
La cultura dei territori è sottoposta ad azione da parte di associazioni locali che attivano interventi sul patrimonio storico-culturale: sono decine i gruppi che si scambiano idee sui social e che si uniscono in una visione comune, quella del territorio e della sua affermazione.
Ci sono eventi che si possono citare in senso positivo, come ad esempio le giornate itineranti: Salviamo il dialetto cilentano, su cui produco qualche breve riflessione.
- L’idea di fondo è interessante. Salvare una lingua significa contribuire alla trasmissione di una cultura che è importante sia per le popolazioni locali che per eventuali soggetti interessati alla conoscenza di espressioni identitarie. Intorno a ciò, storia e cultura appaiono i temi predominanti per affermare ciò che c’era in termini di risorse storico-culturali, stile di vita identitario e comportamentale di aree interne depositarie di una tradizione tipica.
- Il secondo elemento è la condivisione di un’idea/progetto forte che lega molte persone che condividono un senso di appartenenza al gruppo e alle tesi che si manifestano anche con approcci differenti.
- Segue la pubblicizzazione/promozione dell’evento che tra l’altro contiene l’aspetto di continuità: interesserà nel tempo vari paesi e di conseguenza anche chi si trova per la prima volta di fronte a questa possibilità è consapevole che la stessa è stata presentata in altre realtà ed ha riscosso successo.
- Un aspetto importante è il fatto che non si tratta solo di una discussione tra addetti ai lavori, ma prevede il coinvolgimento anche di variegati interpreti, come gli attori che portano in scena sketch teatrali e reading. Si tratta cioè di una manifestazione che si apre alle “culture” che si esprimono attraverso differenti linguaggi, anche corporei, che investono gli aspetti emozionali di ogni partecipante.
- Tutto ciò contribuisce alla riuscita dell’evento, con partecipazione di pubblico e divulgazione oltre gli stessi ambiti locali.
Qualche nota conclusiva generale.
La cultura associativa cilentana è variegata e molto più fluida rispetto ad un tempo. Ci sono eventi associati al sociale, alla salute, alla pianificazione economica, che convergono in una serie di progetti indirizzati a finanziamenti per la loro più compiuta affermazione: questo livello coinvolge politica, istituzioni, economia, ma anche l’affermazione della presenza di associazioni e gruppi di pressione.
Molti organi di informazione, soprattutto operanti sui social, forniscono la presentazione delle idee, la loro divulgazione, specie se coinvolgono l’ambito del loro bacino d’utenza, per rilevare l’attivismo di soggetti organizzati, con il coinvolgimento dei giovani. Sembrano queste ultime soluzioni meglio praticabili rispetto al passato.
Questa visione è tutta positiva?
Certamente no. Ci sono troppe iniziative individuali che agiscono attraverso personalismi e sono del tutto scollegate rispetto al contesto più generale, con eventi che finiscono con il non essere ricordati.
Occorre dunque attivare da un lato manifestazioni significative; dall’altro, utilizzare lo strumento di promozione, pubblicizzazione e divulgazione; infine, affidarsi ad un valido piano organizzativo per la riuscita di un Evento/Convegno/Seminario.
Gli indicatori che propongo da qualche tempo per lo studio di manifestazioni efficaci sono quelli riconducibili all’idea stessa di valorizzazione del Patrimonio Culturale: organizzazione, rilevanza dell’evento, partecipazione del pubblico, contenuti simbolico-rituali e culturali, senza trascurare il rilievo economico e la condivisione ed adesione. La complessa interazione di questi elementi può permettere di realizzare progetti di una certa rilevanza.
Ci sono poi le criticità che vanno individuate nelle istituzioni e nella politica ed evidenziate per concorrere ad attenuare ritardi nella realizzazione di interventi, che al contrario potrebbero costituire possibilità di sviluppo.
La questione non è facile da affrontare, soprattutto se ci si abbandona al solipsismo e si producono iniziative poco partecipate. L’uomo ha bisogno di agire in relazione per cercare di affrontare le difficoltà con lo scopo preciso di valorizzare le tante risorse di cui il territorio dispone. L’azione solitaria che diffida delle idee comuni non permette di approcciarsi nel modo giusto a qualunque tipo di azione da intraprendere.
Qualcosa si muove, ma troppo spesso troppo lentamente e non in maniera efficace!