Il piacere del testo “Il nuovo incantesimo digitale”

di Stefano Cazzato

Il piacere del testo rubrica a cura di Stefano Cazzato
Il capitalismo con la sua astuzia ha sempre generato promesse di futuro, speranze di successo, incantesimi che è molto difficile rompere.
Ma il capitalismo di ultima generazione, cioè quello digitale, ha generato l’incantesimo più potente di tutti, foriero purtroppo di soddisfazioni nella maggior parte dei casi solo virtuali, e cioè l’illusione che tutti possiamo diventare microcapitalisti grazie all’uso delle nuove tecnologie.
Un tempo bisognava accumulare del capitale, mettere su una società, investire, correre dei rischi, confrontarsi con i competitori, sperare nel successo di un prodotto e nella mano invisibile del mercato; poi è arrivato il tempo delle azioni e della finanza senza lavoro, essenzialmente speculativa; oggi siamo nell’era del capitalismo digitale grazie al quale stando seduti a casa propria, davanti alla tastiera di un computer, approfittando della fluidità delle connessioni, tutti possiamo inventarci qualcosa di nuovo e avere – questa è la narrazione – la possibilità di arricchirci. A una condizione però: che ci facciamo intraprendenti, innovativi, flessibili, aperti a nuove esperienze, capaci di metterci in discussione e di sfruttare a nostro vantaggio le numerose opportunità che offre quest’economia di mercanti e senza regole.

Secondo il saggista ed economista Pierre-Yves Gomez, professore a Lione, è questo lo spaccato desolante di un’epoca in cui la propaganda capitalistica ha assunto nuove forme, molto più difficili da smascherare rispetto a quelle ideologiche denunciate da Karl Marx.
A fronte della fortuna di qualcuno (è difficile parlare di merito in questa situazione di deregulation selvaggia, in cui ognuno fa quello che vuole e solo uno su mille ce la fa) non pensiamo però a cosa perdiamo: tempo libero e socialità; relazioni umane e fiducia reciproca; perdiamo il valore di quelle azioni di generosità che si compiono gratuitamente e non in vista di un tornaconto, perdiamo il senso stesso della comunità; se poi a questo si aggiunge lo svolgimento inconsapevole di un lavoro di cui, come al solito, beneficeranno le tecnocrazie, il pagamento di canoni e bollette, lo spionaggio e il furto di dati, il bombardamento pubblicitario …

P.Y. Gomez, L’astuzia del capitalismo. Comprendere la crisi di domani, cura e trad. di R. Rezzesi e F. Patrone, Pref. di L. Bruni, Città Nuova, Roma 2025, pp. 223, Euro 22.00