Chi è Antonio D’Acunto: il Presidente nazionale in carica della Guardia Agroforestale Italiana?


di Laura Cuozzo
Tre anni di presidenza alla guida nazionale di un Ente di salvaguardia e controllo paesaggistico, faunistico e naturalistico, quale la Guardia Agroforestale Italiana. Stiamo parlando di Antonio D’Acunto, di Buccino (SA), classe 1977. Un daimon a forte vocazione territoriale il suo, sbocciato già in tenera età all’ interno di una famiglia appassionata di arte venatoria come un rito sacro, di maschio e nobile istinto che guida alla sopravvivenza in un ambiente di wildness. Lo abbiamo intervistato a Sala Consilina (SA) presso la sede operativa di segreteria e presidenza dell’ Ente. Antonio D’ Acunto ci ha accolto con il suo tipico sorriso smagliante e la fierezza di chi sa cosa significhi essere responsabile nel tenere unita una comunità ogni giorno sempre piu’ grande e chiamata a vigilare sulla bellezza del patrimonio naturalistico del nostro Bel Paese , con un occhio di riguardo al “Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni”, uno tra i piu’ grandi ed inesplorati d’Italia, sospeso tra monti, colline e costiera marina a strapiombo su cale e calette di cristallo. Dai vetri fumè dei suoi occhiali traspare un carisma forte e quieto di un’aquila, predatore dei cieli, dalla vista a raggi X , capace d’ individuare con sveltezza di riflessi un bersaglio, focalizzarlo e raggiungerlo per stanarlo.

“Dr. D’ Acunto, può fornirci un riassunto dei suoi primi tre anni di dirigenza all’ interno della Guardia Agroforestale italiana ? Che scopi persegue l’Ente ? Quali criticità ha potuto riscontrare qui nell’ area salernitana e Parco del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni e quali gli strumenti da lei utilizzati per arrivare ad una soluzione intelligente di contrasto al sovraffollamento dei cinghiali, una piaga che affligge da anni le nostre aree interne e di costiera?“
Ho guidato con passione questi primi tre anni di militanza all’ interno di questo prestigioso Ente che tra le sue finalita’ si prefigge in primis d’offrire servizi di tutela all’ ambiente , parola quest’ ultima a me molto cara, significando essa ambiens – entis da ” ambire” andare attorno; ed è un po’ il mio modo d’ essere , quello di essere sempre presente ovunque , vigilare , rendendomi operativo e pronto all’ ascolto di disagi cronici o in itinere, prevenendo a 360° con pre-controlli sul campo e denunce immediate. Ho messo al centro della mia mission nazionale tutti i soci e le persone volontarie legate come me alla natura, rappresentando questa il primo habitat della catena uomo, animale, vegetazione , foriera di salute fisica, mentale e spirituale. Ho formato ogni singolo adepto con specifici corsi base e d’ aggiornamento, fornendo loro l’ abc dell’appartenere ad un corpo di guardia forestale, conferendo loro una micro autorità ed acquisire in tempi rapidi quella consapevolezza necessaria a capire del paradiso in cui vive e che può gestire , non sottovalutando mai il singolo contributo derivante dalle competenze ed esperienze individuali, fonte di arricchimento dell’ intero corpo Guardia Agroforestale Italiana. La mia voce in questi tre anni non ha urlato , ma è stata un ponte per trasferire ogni sorta di problematica alle autorità competenti, integrate ai nostri scopi d’ ente, come nelle opportune sedi di legiferazione. Mi sono posto come primo obiettivo di essere l’ esempio di sentinella da imitare. Il senso d’appartenenza ad un’Ente di tale portata poggia sugli stessi schemi emotivi e gratificanti di una qualsiasi famiglia e per noi il senso di casa e’ dato da quel suolo verde che ci sorregge , a sua volta polmone di vita . L’omertà passata tipica del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni , come di altri territori arretrati rispetto all’ avanguardia utilizzata in altre regioni ad alta valenza naturalistica e turistica non rappresenta piu’ un ostacolo ; in tre anni ci siamo affermati con lo strumento della tutela normativa messa in pratica con continue segnalazioni a chi di competenza e supporto al nostro operare. Non è generando un clima di terrore che si vince , ma di giustizia e rispetto su di una linea di guadagno collettivo. I giorni bui dell’ ignoranza hanno ormai le ore contate.È in atto un cambiamento sociologico mondiale che si chiama cittadinanza attiva. Tutti sono chiamati in un’ ottica sostenibile a dare il proprio contributo. Ho sposato quindi la causa del dinamisno ubiquitario e di delega di responsabilita’ come strategia e strumenti per operare , spendendomi in prima persona per l’ Ente che rappresento . Esso persegue molte altre finalità quali la tutela delle oasi , del patrimonio boschivo e forestale, degli animali, previene il randagismo , tutela il patrimonio culturale, salvaguarda il settore ittico, venatorio, zoofilo, zootecnico e micologico, collabora con le forze dell’ ordine, stipula contratti e convenzioni con Enti pubblici. I cinghiali rappresentano una piaga non solo all’ interno del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Monti Alburni, anche in molti sobborghi, perchè spinti costantemente alla ricerca di cibo. Al momento non possiedo la ricetta magica per arginare le criticità che tale sovraffollamento ha innescato a causa dell’uomo. Sicuramente è mio compito prevenire potenziali pestilenze dovute all’ inquinamento di rifiuti abbandonati un po’ ovunque nelle aree del parco e non. Se manteniamo pulito un posto, chi vi abita tra umani ed animali corre meno rischi di ammalarsi. Poi sono abbastanza fatalista. La natura segue il suo corso risolvendo autonomamente i problemi di sovraffollamento con l’ aggressività dei predatori. La natura è un organismo vivente che muta continuamente, ma il problema dei cinghiali è stato generato da un errore di calcolo dell’ uomo. La natura non commette di questi errori. Le soluzioni di tamponamento allo stato attuale sono di consentire la caccia al cinghiale, favorire una controllata filiera agroalimentare dello stesso , reintrodurre il lupo dov’ è possibile ed investire nella ricerca veterinaria per introdurre sistemi efficaci di sterilizzazione femminile e castrazione maschile della popolazione animale.
Al termine dell’ intervista il presidente Antonio D’ Acunto m’invita ad entrare nella sua associazione, strizzando l’occhiolino.
“La guardia Agroforestale Italiana accoglie tutti gli operatori appassionati dell’ambiente in Italia, anche i giornalisti, chiamati ad intervistare, descrivere quello che ogni giorno cerchiamo di difendere nell’ interesse collettivo: l’ immenso ecosistema nazionale“.

Un ottimo presidente