Convegno “CULTURE IMMATERIALI”


di Pasquale Martucci
Sabato, 10 maggio 2025 – Ore 17:00
Presentazione del volume: Culture Immateriali di Pasquale Martucci
Per partecipare cliccare sul seguente link: meet.google.com/aiv-qikj-bht
Introduce e modera:
Ezio Martuscelli
(Presidente Progetto Centola e Gruppo Mingardo/Lambro Cultura)
Interventi:
Antonella Casaburi
(Scrittrice)
Giusi Del Giudice
(Direttrice Museo “G. Stifano”)
Antonio Di Rienzo
(Studioso di cultura popolare)
Rita Gravina
(Storica)
Sergio Mantile
(Sociologo, Presidente APS)
Partecipa l’autore
Le culture immateriali, che includono le pratiche, le rappresentazioni, le espressioni, nonché le conoscenze e le abilità, sono tutto ciò che oggi fa parte del “Patrimonio Culturale Immateriale Mondiale”.
Il termine cultura è inteso, secondo un significato antropologico, come l’acquisizione della consapevolezza del ruolo che ogni essere umano esercita e gli compete nella società.
Tra le più rilevanti espressioni delle risorse culturali, ci sono le feste popolari, di recente rivalutate e riproposte, che si svolgono in contesti caratterizzati da ruderi di età preistorica, palazzi gentilizi e castelli, vicoli stretti e case addossate l’un l’altra che formano importanti centri storici da visitare.
Questo volume è una ricerca che studia 35 espressioni festive del territorio del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, individuando le caratteristiche principali: organizzazione, rilevanza dell’evento, partecipazione del pubblico, contenuti simbolico-rituali e culturali, rilievo economico, condivisione e adesione.
Si è utilizzata una metodologia qualitativa che, partendo dal soggetto/ricercatore, ha inteso confrontare documenti raccolti in loco, riscontri sul campo, informazioni tratte dai social media e dagli audiovisivi, al fine di conoscere, descrivere, valutare e comprendere come le espressioni e le rappresentazioni possono essere conservate, preservate e trasmesse alle nuove generazioni.
Nella parte iniziale, l’autore ha compiuto alcune riflessioni sul Patrimonio della cultura cilentana che è ricca di risorse materiali ma anche di iniziative pensate dall’uomo per riproporre e trasmettere alle future generazioni le espressioni di una tradizione antica.
È stato affrontato il concetto di mito che ha rappresentato per le popolazioni forme di appartenenza comunitaria, affermata ed arricchita nel corso dei secoli. La conoscenza delle culture e dei miti sono determinanti per affermare le manifestazioni e le espressioni che caratterizzano la vita quotidiana delle persone.
Se il processo attivato riguarda il senso delle feste ed i cambiamenti che hanno subito negli ultimi tempi, queste concettualizzazioni portano direttamente agli eventi che si svolgono nel territorio, utilizzando un approccio sociologico con la costruzione di indicatori e di griglie di valutazione.
La presentazione dei risultati ha permesso di compiere comparazioni e riscontri, non tanto per produrre una classifica, quanto piuttosto per verificare punti di forza e di debolezza e permettere agli organizzatori di compiere azioni per affermare in maniera più compiuta le varie espressioni festive.
Le conclusioni sono affidate alle possibilità che un turismo diversamente inteso e rivolto alle nuove generazioni possa costituire per il territorio una importante occasione di sviluppo.

Questo testo offre una prospettiva affascinante sul Patrimonio Culturale Immateriale, in particolare sulle espressioni festive del Cilento. Mi ha colpito l’approccio metodologico che combina ricerca sul campo, documenti e social media, dimostrando come la tradizione possa essere studiata in modo innovativo. Tuttavia, mi chiedo quanto sia effettivamente possibile preservare queste tradizioni in un’epoca così globalizzata e veloce. Credo che la condivisione e l’adesione del pubblico siano fondamentali, ma non è chiaro come si possano coinvolgere le nuove generazioni in modo autentico. Inoltre, il concetto di mito come forma di appartenenza comunitaria è intrigante, ma come si evolve oggi questo mito? Sarebbe interessante approfondire come le feste tradizionali si adattano ai cambiamenti sociali e culturali. Cosa ne pensi? Credi che queste tradizioni possano sopravvivere senza perdere la loro essenza?