5 Dicembre 2024

di Antonella Casaburi

Non è possibile stabilire l’ epoca precisa in cui è cominciata a Casal Velino la devozione per San Biagio. Casal Velino è un paese di origine medioevale, e il culto del Vescovo e Martire di Sebaste è popolarissimo in tutto il Medioevo. Nel Medioevo vi era una speciale devozione per un gruppo di 14 Santi, i più venerati ed invocati dai fedeli: San Biagio occupava il quarto posto. Innumerevoli sono le Chiese a Lui dedicate nella cristianità: durante il Medioevo nella sola Roma, tra Chiese ed oratori, furono eretti 54 templi in suo onore. La devozione al portentoso Santo è potuta giungere a Casal Velino da tante parti: tutto il Mezzogiorno lo venerava, a cominciare da Napoli. Inoltre il monastero di Cava aveva nelle sue dipendenze ben 10 chiese intitolate a San Biagio. A Casal Velino, all’interno della Chiesa parrocchiale dell’Assunta, la cappella di San Biagio si apre sulla navata sinistra, interamente rivestita di marmo di Carrara, con balaustra di marmo statuario e nicchia del Santo in marmo verde di Spagna. L’altare è rivestito di marmi pregiati in vari colori. Il venerato simulacro di San Biagio Patrono di Casal Velino è a mezzo busto, scolpito in legno e rivestito, tranne il volto e le mani, di argento cesellato con dorature a fuoco.

San Biagio Martire nacque, visse e fu medico a Sebaste, antica città dell’Armenia. Nacque nel II secolo, sotto Diocleziano. Sacerdote e Vescovo di Sebaste, visse il tempo terribile delle persecuzioni. Il suo ministero fu contrassegnato da numerosissimi orodigi. San Giovanni Damasceno testimonia che col solo benedire gli infermi o imporre le mani il Vescovo Biagio operava miracoli. Quando, al tempo dell’imperatore Licinio, la tempesta contro la Chiesa e i seguaci del Vangelo giunse anche a Sebaste, il Vescovo Biagio ricordò ai fedeli le parole di Gesù Cristo: “ Se vi perseguitano in una città, fuggite in un’altra”. Egli stesso, fra i primi ad essere perseguitato, si ritirò in una spelonca sul Monte Argeo, in solitudine, nella preghiera e nel digiuno. Quando fu fatto prigioniero dai soldati, folle di fedeli gli andarono incontro sulla strada per esserne benedetti: numerosi infermi guarirono e in molti si convertirono. Il suo martirio fu segnato da orribili supplizi. Tra i numerosi supplizi vi fu l crudele scarnificazione per mezzo di pettini di ferro. Quando, scarnificato e sanzionante, ripassò per la città, si narra che sette donne raccolsero il suo sangue. Denunziate al governatore Agricola, le pie donne furono torturate e decapitate. Due fanciulli, figli di una di quelle martiri, ricorsero a San Biagio, che ne fece due piccoli martiri nella fede. Il 3 febbraio del 316 si compiva il glorioso martirio del Vescovo Biagio, che veniva decapitato insieme con i due bambini. Mentre andava alla morte si compì un celebre prodigio che ha reso famoso San Biagio come celeste Patrono dei mal di gola. Si narra infatti che mentre andava all’estremo supplizio, gli andò incontro una donna che stringeva tra le braccia un figlio di pochi anni vicino a spirare perche soffocato da una spina di pesce che gli si era conficcata nella gola. Al semplice tocco della mano di San Biagio sulla gola del bambino, questi rigettò la spina e fu libero da ogni pericolo.

Il patrocinio di San Biagio in ordine ai mali di gola ha riscosso la più iva e commossa devozione dei fedeli, che ogni giorno sperimentano i prodigiosi interventi del pietosissimo Martire. Ogni anno nella festa del 3 febbraio è universalmente diffusa la benedizione di San Biagio nelle Chiese, accostando alla gola dei fedeli due candele benedette incrociate, oppure ungendo la gola con l’olio benedetto in onore del Santo.

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