8 Ottobre 2024

Redazione

“La tragedia di Shakespeare ebbe luogo a Montecorvino”

Il reportage ‘Le segretarie di Giulietta’ pubblicato sabato scorso dal nostro giornale, ha riportato alla luce una vecchia polemica sulle origini di Giulietta e Romeo che trent’anni fa tenne banco a Montecorvino (SA).



A segnarlo è Vinicio Colangelo, responsabile della Rete Consumatori di Cittadinanzattiva, nonché amico de ‘La Voce del Meridione’ . Tutto ebbe inizio grazie a una nota apparsa sulle pagine di “Agire”, il settimanale della Curia, con lo studioso locale Geremia Paraggio che indicava in Montecorvino Rovella la località della tragedia di William Shakespare.



Nell’intervista Paraggio precisava: “La nostra non è una boutade”, aggiungendo che i Montecchi e i Capuleti in realtà si chiamavano D’Arminio e Damolidei: famiglie di inaudita ferocia che nella seconda metà del XV secolo dominavano su Montecorvino.


A riportare la pace, anche tra le due famiglie, sarebbe stato l’amore scoppiata tra i loro figli, Davide e Maria Teresa, che, a differenza del testo di Shakespeare, riuscirono a unirsi in matrimonio. Sul luogo della pacificazione fu costruita la chiesa di Santa Maria della Pace.

Sempre secondo lo studioso Geremia Paraggio, l’episodio avrebbe ispirato Tommaso Guardati detto Masuccio Salernitano (della corte dei Sanvoverino) per una sua novella. Nel 1524 il veneto Luigi Da Porto avrebbe trasferito la storia a Verona, e, successivamente, Matteo Bandello l’avrebbe trasformata in tragedia con la falsa morte di Giulietta e il tragico suicidio dei due ragazzi. Più tardi il poeta Arthur Brooke l’avrebbe tradotta in inglese e dato lo spunto a Shakespeare per scrivere il noto capolavoro.

Queste le teorie sostenute da Paraggio in un articolo pubblicato dal ‘Roma’ domenica 6 giugno 1993. La clamorosa notizia fu ripresa dai principali giornali e tv nazionali.

Al di là delle polemiche sulla paternità della tragedia che da anni appassiona gli innamorati di tutto il mondo, ci piace dare risalto alla nota segnalataci da Vinicio Colangelo sia per la conclusione della prima novella che richiama alla bellezza e all’importanza della Pace e anche perché l’amico di Montecorvino Rovella ha compreso perfettamente lo spirito della ‘Voce del Meridione’: l’informazione fatta dalla gente per dare voce ai territori.

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