20 Aprile 2024

di Mario Fortunato da Cronista di Strada del 02 giugno 2022

“Dopo i risultati del referendum, tenutosi nei giorni 2 e 3 giugno, il Re Umberto II (che aveva preso il posto del padre il 9 maggio), il 13 giugno, s’imbarca per il Portogallo e scioglie i carabinieri dal loro giuramento di fedeltà. Sarà ricordato come il “re di maggio”.

Nasce l’Esercito italiano e i Carabinieri ne divengono la prima Arma.

Esito del referendum: Repubblica 12.717.923; Monarchia 10.719.281. Il Re stravince in Campania (1.427.038 contro 435.844), nelle Puglie (954.754-465.620), in Lucania (158.210-107-653), in Sicilia (1.301.200-708.109), in Sardegna (319.557-206.098), negli Abruzzi e Molise (459.478-347.578) e nel Lazio (795.501-753.978); la Repubblica prevale, nettamente, in Lombardia (2.270.335-1.275.183), in Piemonte 1.250.070-938.945), Liguria (633.130-284.092), Venezia Tridentina escluso Bolzano (191.450-33.728), Veneto (1.403.441-954.372), Emilia (1.526.838-454.589), Toscana (1.280.815-506.167), Marche (498.607-213.621), Umbria (301.209-117.755”((pag.146 e 147- Il Secolo della Luna”.

A Rofrano, piccolo centro collinare del salernitano, solo 73 persone hanno votato per la Repubblica e 1.099 per la Monarchia; di contro, a pochi chilometri, nella stessa provincia, il centro di Pisciotta vota massicciamente Repubblica (1.617 suffragi) e solo in 217 segnano la scheda a favore dei Savoia (Il nostro Novecento di Pasquale Carelli)”.

Il nome Italia

Il nome Italia compare la prima volta nel 90 a.C. a Corfinium: oggi Corfinio. Il borgo collinare aquilano fu la prima capitale della Lega Italica nel corso della Guerra sociale (91-88 a.C.) fra i romani e alcuni popoli italici che abitavano la dorsale Appenninica dell’Umbria fino alla Calabria. Durante la rivolta fu costituita un’Assemblea che elesse due consoli (uno dei Marsi e l’altro dei Sanniti) e 500 senatori. Per essere autonomi, i governanti del nuovo Stato decisero di coniare una moneta sulla quale veniva raffigurato un volto femminile con una corona di alloro in testa e la scritta: ITALIA (pag. 139 e 140 Pianto di Primavera).

La Festa degli Italiani

Il 2 giugno celebra il giorno in cui gli Italiani (per la prima volta anche le donne) si recarono alle urna per scegliere tra la Monarchia e la Repubblica. Vennero eletti anche i 556 membri dell’Assembea Costituente per stilare la Costituzione. Il referendum era stato deciso dal Governo Bonomi di stanza provvisoriamente a Salerno (decreto luogotenenziale del 25 giugno 151/1944). La festa della Repubblica prevede: la parata militare tra i Fori Imperiali di Roma e il Monumento dell’Altare della Patria; il passaggio delle Freccie Tricolori; la deposizione di una corona di alloro da parte del Presidente della Repubblica in memoria dei caduti e l’esposizione delle bandiere sui balconi di ogni quartiere d’Italia. Nel 1963 fu spostata al 4 Novembre per le condizioni di salute di Papa Giovanni XXIII; nel 1976 annullata per il terribile terremoto in Friuli; tra il 1977 e il 2001, a causa della crisi economica, veniva celebrata la prima domenica di giugno. Il Presidente Carlo Azeglio Ciampi la riportò al 2 Giugno, celebrativo del giorno del voto.

I Presidenti della Repubblica

«Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale» (articolo 87 della Costituzion).

Dodici i Presidenti succedutisi dal 1946: tre campani (tutti di Napoli), tre piemontesi, due toscani, due sardi (entrambi di Sassari), un ligure e un siciliano. Due i rieletti per il secondo mandato (Napolitano e Mattarella). Il più giovane Cossiga, a soli 57 anni.

Enrico De Nicola (Napoli, 1887-Torre del Greco 1959). Eletto provvisoriamente il 28 giugno1946 e ufficialmente l’1 gennaio 1948. Di area giolittiana, aveva votato per la monarchia. Inaugurò la prassi delle trasferte in tutta la penisola per creare l’unità nazionale.

Luigi Einaudi (Carrù-Cuneo, 1874-Roma 1961). Eletto l’11 maggio 1948. Il 31 dicembre 1949, con 188 parole in tutto, fu il primo a leggere il messaggio di fine anno del capo dello Stato agli italiani.

Giovanni Gronchi (Pontedera-Firenze, 188/-Roma, 1978). Primo democristiano a salire al Quirinale, eletto il 29 aprile 1955. Volontario della prima guerra mondiale. Fu fautore di una politica estera equidistanza tra i blocchi.

Antonio Segni (Sassari, 1891-Roma, 1972). Eletto Presidente il 6 maggio 1962 con 443 voti su 854, pari al 51,9%. Per motivi di salute si dimise dopo due anni e mezzo: il 6 dicembre 1964.

Giuseppe Saragat (Torino, 1898-Roma, 1988). Volontario della prima guerra mondiale. Primo socialdemocratico a ricoprire il prestigioso incarico di Capo di Stato. Eletto il 28 dicembre 1964. È considerato il padre della dottrina socialdemocratica italiana.

Giovanni Leone (Napoli, 1908-Roma 2011). Eletto il 24 dicembre 1971. Fu il primo presidente a procedere allo scioglimento anticipato delle Camere, nel 1972. Si dimise dall’incarico sei mesi per lo scandalo Lockheed, nonostante la sua estraneità ai fatti.

Sandro Pertini (San Giovanni di Stella-Savona, 1896-Roma1990). Eletto l’8 luglio 1978, con 832 voti su 995. Presidente partigiano, amato dagli italiani. Condannato a morte dalle SS ed evaso insieme a Saragat dal carcere di Regina Coeli.

Francesco Cossiga (Sassari, 1928-Roma 2010). Eletto, al primo scrutinio, il 24 giugno 1985. Si dimise pochi mesi della scadenza naturale. Si era laureato in Giurisprudenza a soli 19 anni e mezzo. Fu definito il Presidente picconatore.

Oscar Luigi Scalfaro (Novara, 1918-Roma 2012). Eletto il 25 maggio 1992, due giorni dopo la Strage di Capaci. Aveva votato per la monarchia. Da parlamentare era stato tra i promotori dell’abolizione della pena di morte.

Carlo Azelio Ciampi (Livorno, 1920-Roma 2016). Governatore della Banca d’Italia dal 1979 al 1993. Eletto Presidente alla prima votazione il 13 maggio 1999. È stato il fautore del risveglio di un forte sentimento per le istituzioni e per i valori Risorgimentali.

Giorgio Napolitano (Napoli, 1925). Primo comunista a salire al Quirinale. Eletto il 10 maggio 2006, è stato il primo a essere riconfermato per un secondo mandato, il 22 aprile 2013.

Sergio Mattarella (Palermo, 1941) In carica dal 3 febbraio 2015, è stato riconfermato nel 2022 per il secondo mandato, con 759 voti su 1009 elettori (75,2%).

Presidenti del Consiglio dei Ministri

Dal 1946 si sono succeduti 67 Governi, guidati da 29 Presidenti. I democristiani, De Gasperi ((8), Andreotti (7), Fanfani (6) ne hanno condotti 21. Il Presidente più longevo è stato Alcide De Gasperi rimasto in carica dal 13 luglio 1946 al 16 agosto 1953. Il governo più lungo appartiene a Silvio Berlusconi, tra il 2008 al 2011: 1287 giorni.

Curiosità e simboli

– Vinse la Monarchia in tutte le province del centro e del sud, fatta eccezione per Latina e Trapani. La Repubblica ottenne il risultato più ampio a Trento (85%; la Monarchia a Napoli (79%). Non si votò: nella provincia di Bolzano (dopo la Repubblica di Salò era stata annessa alla Germania), a Pola, Fiume e Zara che sarebbero passate alla Jugoslavia; a Trieste ritornata all’Italia nel 1954.

– In Val Canonica si trova una delle più grandi collezioni di petroglifi preistorici del mondo: incisioni rupestri, riconosciute come primo patrimonio dell’umanità in Italia dall’Unesco.

– La pianta urbana di Palmanova (UD) disegna una stella a nove punte e dall’alto offre una magnifica immagine di città fortezza.

– A Vacona (Rieti) esiste il ristorante più piccolo del mondo: si chiama “Solo per due” e può accogliere due persone.

– A Cascone Malcesine (VR), il fiume Aril di 175 metri. Ètra più corti del mondo.

– A Roma c’è lo Stato più piccolo del mondo: Città del Vaticano con una superfice di 4 km quadri.

– In Italia abbiamo 50 siti di Patrimonio Unesco: il più alto al mondo; Stromboli, l’Etna e il Vesuvio sono gli unici tre vulcani attivi in Europa; siamo il quinto Paese, tra quelli visitati, dopo la Francia, gli Stati Uniti, la Spagna e la Cina.

La nostra Nazione è la madre della pizza; la patria della macchina azionata con motore a scoppio (1884, ing. Enrico Bernardi) e della Nutella (Cuneo, 1964, Ferrero); la pasta è il piatto per eccellenza, ma i primi ad essicarla furono gli arabi. Esistono 140 tipi di pastasciutta; ogni italiano consuma 3,7 kg di caffè all’anno.

La Bandiera Nazionale Italiana

Ènata a Reggio Emilia nel 1796, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni di Lugo di Romagna. «La Bandiera della Repubblica è il tricolore Italiano: Verde, Bianco e Rosso, a tre bande verticali, di eguali dimensioni» (a 12 della Costituzione).

Inno Nazionale

Il “Canto degli Italiani”, nato nel clima di grandi speranze che preparavano l’insurrezione contro gli austriaci venne scritto, nel 1847, dall’allora ventenne patriota Goffredo Mameli e musicato più tardi, a Torino, da Michele Novaro.

Il 12 ottobre 1946, ‘Fratelli d’Italia’ è ufficialmente diventato l’Inno Nazionale della Repubblica.

L’emblema

Per creare un emblema che potesse rappresentare la nostra Repubblica, fu indetto, dal Governo De Gasperi, nell’Ottobre del 1946, un concorso vinto dal professore e artista Paolo Paschetto di Torre Pellice (TO). L’emblema della Repubblica è caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami d’ulivo e la quercia. L’ulivo rappresenta la pace, la quercia la forza, la ruota dentata d’acciaio il lavoro; la stella è il simbolo che ha sempre caratterizzato il nostro patrimonio iconografico.

Lo Stendardo Presidenziale

È il segno distintivo della presenza del Capo dello Stato; pertanto, segue il Presidente in ogni suo spostamento. L’attuale stendardo si ispira alla bandiera italiana del 1802-1805. La sua forma quadrata, con la bordatura azzurrina, simboleggia le Forze Armate di cui il Presidente è Capo.

L’Altare della Patria

Progettato dall’architetto Giuseppe Sacconi, è situato sul Campidoglio e venne inaugurato, il 4 giugno 1911, da Vittorio Emanuele III, in occasione delle celebrazioni del cinquantenario dell’Unità d’Italia. Il Monumento Nazionale, proposto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli di Brescia, venne realizzato in marmo botticino. Dal 4 Novembre 1921, da quando accoglie le salme del Milite Ignoto, è diventato Monumento in onore ai Caduti. (Notizie tratte dal Il Secolo della Luna).

Bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati”.

(Sandro Pertini)

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