26 Aprile 2024

di Sampogna Francesco

Con il cortometraggio “Fast and Furry-ous” nel lontano 16 settembre 1949, i baby telespettatori iniziano ad appassionarsi alle divertenti vicissitudini di un coyote, al perenne inseguimento di un uccello dalle gambe lunghe e veloce come il vento.

È il primo episodio del cartone animato Wile E. Coyote & Road Runner, creato per la Warner Bros da Chuck Jones insieme con lo scrittore Michael Maltese.

Ispirato al racconto Roughing it (nella versione italiana il titolo è “In cerca di guai”) del celebre scrittore statunitense Mark Twain, il personaggio si presenta inizialmente come un eroe donchisciottesco, al punto che nei primi episodi viene identificato come “Don Coyote”. Come lo sgangherato cavaliere cantato da Cervantes, il coyote ingaggia la sua eterna lotta per catturare l’uccello tipico dei deserti californiani (erroneamente identificato con uno struzzo e chiamato volgarmente roadrunner).


In ogni avventura è il coyote a cadere vittima dei suoi stessi stratagemmi, messi a punto con marchingegni ed esplosivi recanti la sigla ACME (che sta per A Company that Makes Everything), acronimo di un’immaginaria azienda che, come suggerisce il nome, “produce tutto”.
Nella versione italiana i nomi dei due personaggi avranno diverse evoluzioni: Wile E. Coyote (dove la “E” sta per Ethelbert) diverrà ora Vilcoyote o Willy (per assonanza) il coyote; Road runner sarà conosciuto come Beep Beep, dal verso che lui stesso emette.

In tutti i 48 cortometraggi della saga originale Wile è sempre muto e si esprime con cartelli, mentre in due corti, dove fa da antagonista a Bugs Bunny, parla con accento inglese. Due le apparizioni al cinema: in Space Jam (1996) e in Looney Tunes: Back in Action (2003).

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